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Giuseppe Rugolo: l’ex sacerdote condannato per abusi su minori perde lo stato clericale
15 Lug 2025 09:05
Giuseppe Rugolo, il sacerdote condannato in Appello a 3 anni di reclusione per violenza sessuale su minori, è stato dimesso dallo stato clericale. La decisione arriva al termine di un procedimento canonico riservato e condotto fuori dalla Sicilia, lontano dalla diocesi d’origine, con una commissione composta interamente da membri non siciliani. Una scelta non casuale, secondo gli osservatori, per garantire imparzialità in un contesto giudiziario già profondamente compromesso da presunti silenzi e complicità istituzionali.
Al centro delle polemiche, infatti, c’è anche il ruolo della Diocesi di Piazza Armerina. Il vescovo Rosario Gisana e l’attuale parroco del Duomo di Enna, monsignor Vincenzo Murgano, sono imputati per falsa testimonianza nell’ambito del processo a Rugolo. Per questa ragione, secondo l’avvocato rotale Alessandro Camedda, legale di Antonio Messina, una delle vittime, «la diocesi è stata volutamente tenuta fuori dal processo canonico. Se il Dicastero per la Dottrina della Fede avesse voluto coinvolgerla, avrebbe affidato la gestione al tribunale ecclesiastico locale. Invece – precisa – il procedimento si è celebrato in un albergo e con giudici esterni, lontano da ogni possibile interferenza».
Nuove vittime, nuovi orrori
Secondo quanto emerso dalla commissione, Rugolo sarebbe colpevole anche in relazione ad altri due casi di abusi su minori, vittime rimaste fuori dal procedimento penale italiano ma centrali nel giudizio canonico. La decisione della commissione dovrà ora essere ratificata ufficialmente dal Dicastero per la Dottrina della Fede, passaggio formale ma decisivo nel diritto ecclesiastico.
Un passo avanti o un atto tardivo?
La dimissione dallo stato clericale – l’equivalente ecclesiastico della radiazione – rappresenta la massima sanzione possibile per un sacerdote. Ma resta il dubbio sulla tempistica e sulle responsabilità sistemiche che emergono dall’intera vicenda. Le accuse di reticenza e depistaggio a carico di figure di vertice della diocesi di Piazza Armerina gettano un’ombra pesante sull’efficacia della Chiesa locale nel contrasto agli abusi.
Le parole della vittima: “Finalmente qualcosa si muove”
Antonio Messina, una delle vittime e parte civile nel processo, attraverso il suo legale ha commentato: «Questa decisione è un segnale importante, ma arriva dopo anni di battaglie e solitudine. La Chiesa deve ancora fare molto per meritare davvero la fiducia che ha perso».
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