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“Mamma, ce l’abbiamo fatta”: la prima donna maltese a Marina di Ragusa sognava il collegamento tra le due isole. Ora quel sogno è realtà. VIDEO
07 Lug 2025 16:32
Una donna, un sogno, due isole. C’è tutto questo nel video condiviso da Antonio Carnemolla, videomaker ragusano, che in poche ore ha raccolto migliaia di visualizzazioni, reazioni e commenti. Al centro della storia c’è Irene Galea, sua madre, che nel 1975 conobbe un uomo siciliano, si innamorò e decise di lasciare Malta per seguirlo a Marina di Ragusa.
Una scelta non semplice, quella di Irene, che amava profondamente la sua terra. Musicista, insegnante di pianoforte, portò con sé il suo strumento, ma anche una speranza: che un giorno Malta e la Sicilia potessero essere più vicine, unite da un collegamento marittimo diretto. “Diceva che avrebbe lasciato Malta solo se mio padre avesse promesso di portare anche il pianoforte”, racconta Carnemolla nel video. “E così fu”.
Ma all’epoca viaggiare tra le due isole era lungo e faticoso: il percorso richiedeva circa nove ore. Irene, pur avendo costruito una nuova vita a Marina, ha sempre coltivato il desiderio che un giorno le distanze si accorciassero. “Sperava in una nave che unisse l’isola del miele all’isola del fuoco”, dice Antonio.
Quel sogno oggi è realtà: da maggio è attivo il collegamento marittimo Ragusaxpress, un catamarano che collega direttamente Marina di Ragusa a Malta. Ma per Irene è arrivato troppo tardi. Si è spenta nel 2014, senza poter mai vedere salpare quella nave che tanto aveva desiderato.
Il video pubblicato da Antonio è un omaggio struggente e delicato. Si vede il figlio vicino al nuovo traghetto, con un mazzo di fiori in mano, che idealmente depone sulle ginocchia della madre, come a dirle: “Ce l’abbiamo fatta, mamma”.
Il racconto ha toccato talmente tanti cuori che persino la TV pubblica maltese, TVM, gli ha dedicato un articolo, sottolineando la valenza simbolica e affettiva di questa connessione ritrovata tra due comunità così vicine, ma per troppo tempo divise dal mare.
Un sogno personale che è diventato un simbolo collettivo. Perché a volte le imbarcazioni non portano solo passeggeri, ma anche promesse, memorie e desideri rimasti sospesi. Nella foto un fotogramma del video
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