Accordo tra Regione siciliana e privati convenzionati per cercare di ridurre le liste d’attesa in sanità. L’accordo prevede di distribuire le risorse del 2024 per potenziare l’offerta delle prestazioni ambulatoriali. COSA PREVEDE L’ACCORDO L’intesa prevede un totale di 310 milioni di euro da distribuire alle diverse branche e province, con un aumento di 12 milioni […]
La Mare Jonio resta sottoposta a fermo. La decisione del Tribunale di Ragusa
24 Apr 2024 20:27
E’stata rigettata l’istanza di sospensione del provvedimento di fermo avanzata dalla Idra Social Shipping – società armatrice di Mare Jonio, il rimorchiatore attraverso il quale Mediterranea Saving Humans effettua salvataggi – e dal comandante pro tempore, Mare Jonio, è in stato di fermo a Pozzallo dal 5 aprile scorso, quando è stata raggiunta dal provvedimento emesso da Questura di Ragusa, Capitaneria di porto e Guardia di finanza di Pozzallo.
La vicenda
Poche ore prima della notifica del provvedimento, la Mare Jonio aveva sbarcato a Pozzallo 56 persone messe in salvo a 95 miglia dalle coste libiche. Una operazione complessa quella che avrebbe coinvolto la Mare Jonio dal momento che sia le persone messe in salvo, sia il team – stando a quanto riferì l’equipaggio di Mediterranea – sarebbero state minacciate a colpi di mitra da una motovedetta della Guardia costiera libica che si era avvicinata minacciosamente ai soccorritori mentre l’intervento di salvataggio era in corso. E le immagini diffuse raccontavano proprio questa circostanza. In quel frangente, alcune persone che erano già a bordo della natante libico per un precedente intervento, si sarebbero lanciate e sono state accolte anche loro sulla nave italiana. Una condizione di terrore che aveva spinto il sindaco di Pozzallo a richiedere preventivamente la presenza di uno psicologo in banchina, al momento dello sbarco per sostenere i migranti.
Il motivo del fermo della nave, stando a quando scritto a verbale stava nel fatto che il centro di coordinamento dei soccorsi in mare libico avrebbe riferito “che un gommone della ong si è avvicinato alla motovedetta libica che aveva a bordo persone in precedenza soccorse ed ha incitato i migranti a lanciarsi in mare per interrompere le operazioni” della motovedetta libica stessa. Il provvedimento è scattato perché “…quando il comandante della nave o l’armatore non fornisce le informazioni richieste dalla competente autorita’ nazionale per la ricerca e il soccorso in mare o non si uniforma alle indicazioni della medesima autorita’, si applica la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 2.000 a euro 10.000. Alla contestazione della violazione consegue l’applicazione della sanzione amministrativa accessoria del fermo amministrativo per venti giorni della nave utilizzata per commettere la violazione…” e che prevede inasprimenti di sanzioni in caso di reiterazione).
La decisione del Tribunale di Ragusa
I legali hanno visto respinta l’istanza di sospensiva; l’udienza di merito è stata fissata per il prossimo 9 luglio. In giudizio si sono costituiti tre ministeri, Interno, Infrastrutture e dei Trasporti ed Economia e hanno chiesto il rigetto dell’istanza. Il giudice non ha ravvisato il “periculum in mora”, per difetto di un eventuale danno derivante dal ritardo – il fermo – imposto dal provvedimento stesso , e i “profili attinenti alla tutela della proprietà e agli ingenti costi di custodia e fermo riguardano danni patrimoniali integralmente risarcibili per equivalente all’esito del giudizio di merito” fatto che secondo il giudice non determinerebbe “l’irreversibilità del danno” tra i motivi della richiesta di sospensiva del provvedimento. Ma c’è anche un latro aspetto che il giudice ha evidenziato e riguarda proprio l’attività della Mare Jonio “consistente nel monitoraggio del rispetto dei diritti umani in mare e nella tutela del diritto alla vita tramite la predisposizione di attività di soccorso”: la nave non è abilitata al salvataggio in mare. foto di repertorio
© Riproduzione riservata