«COSA HA QUESTA EMAIA DI CAMPIONARIA»?

La rassegna fieristica ipparina, alla sua 46ª edizione, ha chiuso i battenti domenica 11 novembre, e come sempre, gli animi si dividono in analisi e valutazioni differenti.

La Fiera EMAIA così potrebbe apparire, di contro all’entusiasmo con il quale sono accolti i numeri dei visitatori, un confuso e miscellaneous piatto di portata, uno dei tanti mercatini, ma di più vaste dimensioni, dove non si agevolano le imprese e dove di campionario ci sarebbe ben poco. Su questa linea, Marco Piccitto, ha dichiarato: «tutti gli amministratori della fiera EMAIA parlano di numeri e soprattutto di visitatori della fiera EMAIA. Posso anche accettare questi numeri alti e inspiegabilmente rilevati, visto che non si capisce con quali strumenti li conteggiano. Ma non vogliono capire che non è quanta gente passeggia o visita la fiera, il problema o il risultato positivo, ma cosa ha, questa EMAIA,di campionaria!!!. Hanno fatto scappare tutti gli imprenditori ei settori agricoli, edili ed artigiani, montando una miriade di gazebo. Praticamente si ha il bazar-mercatino per tutta la settimana e poi, il sabato e la domenica, c’è il mercatino 2, ala distaccata nella parte alta ex campo concentramento. Non è così che si fa una campionaria e si agevola l’impresa e lo dico da ex espositore per oltre vent’anni».

«E quello che più conta, sapendo che negheranno questa analisi che non vuole essere solamente di dissenso, ma costruttiva»-continua Piccitto- « è che a dire tutto ciò sono soprattutto quegli imprenditori che ancora sono stati là.

L’EMAIA deve puntare su una vera vetrina dell’imprenditoria del mediterraneo e non ad acclamare visitatori che, per senso di logica, vengono e verranno sempre per sfruttare quella attrazione e possibilità di passeggiare mentre si gusta un po’ di torrone e castagne e si acquista qualche oggetto utile per la casa».

In conclusione precisa :«voglio sperare che leggano in questa constatazione la voglia ed il bisogno di volere proporre qualche cosa di positivo e non il bisogno di volere fare polemica a tutti i costi.

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