Daouda Diane: sulla sua scomparsa secondo il procuratore capo di Ragusa, D’anna, c’è un clima omertoso

E’ passato un anno dalla scomparsa di Daouda Diane ma nulla, da quel momento, è cambiato. Il procuratore capo di Ragusa, Fabio D’anna, non esita a parlare di “Assoluta mancanza di collaborazione di chi probabilmente sa, ma non vuol parlare”. Un clima di omertà, dunque, dovuto alla mancanza di collaborazione e che rende ancora più difficile per le autorità fare progressi significativi nell’indagine.

Il procuratore capo di Ragusa, Fabio D’Anna, ha affermato che non sono state trascurate piste investigative e che sono stati impiegati droni, i Cacciatori di Sicilia, unità cinofile specializzate nella ricerca di cadaveri e altre risorse per cercare di trovare qualsiasi traccia di Daouda Diane. Sono state effettuate perquisizioni e acquisite copie forensi di dispositivi elettronici, ma finora non ci sono risultati chiari sulla ricostruzione di quanto potrebbe essere accaduto.

Le autorità continuano a lavorare per cercare di fare luce sulla scomparsa di Daouda Diane e si spera che nuove informazioni o testimoni possano emergere in futuro per contribuire all’indagine.

DAOUDA DIANE, LA STORIA

La storia di Daouda Diane è tragica e solleva molte domande sulla sua scomparsa. Daouda aveva una doppia occupazione come mediatore culturale e lavoratore in una società di calcestruzzo, quest’ultima senza un contratto regolare e in condizioni pericolose per la sua salute già compromessa dal diabete.

Prima della sua scomparsa, Daouda aveva inviato due filmati a al fratello, in cui sembrava segnalare le difficoltà e le condizioni di lavoro pericolose in cui si trovava. Nel primo filmato, era visibile all’interno di una betoniera senza le protezioni adeguate, mentre nel secondo filmato si sentiva la sua voce che descriveva il lavoro come duro e pericoloso.

Nella sua stanza sono stati trovati il passaporto, il permesso di soggiorno originale, soldi e persino un biglietto aereo per la Costa d’Avorio, mai usato.

Il procuratore spiega inoltre che la denuncia di scomparsa è stata presentata dalla società Medintegra, per cui Daouda lavorava come mediatore culturale, il 4 luglio. Solo l’8 luglio la notizia è giunta alla Procura della Repubblica, e da quel momento è stata attivata una ricerca coordinata per cercare di trovarlo.

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