Accordo tra Regione siciliana e privati convenzionati per cercare di ridurre le liste d’attesa in sanità. L’accordo prevede di distribuire le risorse del 2024 per potenziare l’offerta delle prestazioni ambulatoriali. COSA PREVEDE L’ACCORDO L’intesa prevede un totale di 310 milioni di euro da distribuire alle diverse branche e province, con un aumento di 12 milioni […]
VINCONO LE RAGIONI DELL’AMBIENTE E DELLO STATO DI DIRITTO
27 Apr 2012 13:40
Le Associazioni Ambientaliste CAI Sicilia Onlus, LEGAMBIENTE Sicilia Onlus, LIPU, MAN, WWF Onlus esprimono grande soddisfazione per l’intervento del Commissario dello Stato per la Regione Siciliana che, impugnando la legge finanziaria votata dall’Assemblea Regionale Siciliana lo scorso 18 aprile, ha impedito il varo di norme ritenute di inaccettabile attacco al patrimonio naturale siciliano ed alle politiche ambientali.
In questo modo è stato impedito l’apertura della caccia nei Siti Natura 2000, lo scioglimento dell’Azienda Foreste Demaniali della Regione Siciliana, la sanatoria di decine di piani regolatori approvati senza verifica ambientale e per cui è stata aperta una procedura di infrazione da parte della Commissione Europea, lo smembramento del servizio antincendio boschivo, un assurdo trasferimento alle province di funzioni in materia forestale, la svendita del patrimonio pubblico della Regione, il depotenziamento dei controlli ambientali dell’ARPA.
È stato invece ripristinato il rispetto di Direttive Comunitarie, di leggi dello Stato e di precedenti sentenze della Corte Costituzionale.
Rimane l’amarezza, dicono però le Associazioni naturaliste, per quelle norme in materia di parchi che, pur non violando principi costituzionali, sono frutto di blitz notturni e non sono state sottoposte a preventiva verifica di merito e di coerenza con l’intero impianto della legge regionale sulle aree naturali protette, su cui si sono registrati inaccettabili silenzi del mondo dei parchi.
Le Associazioni Ambientaliste si attendono ed auspicano che il DDL 801 venga interamente ritirato, evitando di promulgare norme (ancorché non impugnate) incoerenti, scollegate e non urgenti, a meno di quelle di natura strettamente finanziaria e rigorosamente collegate alla redazione del bilancio.
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