Continua a crescere la curva dell’influenza in Italia. Nell’ultima settimana monitorata dal sistema di sorveglianza RespiVirNet dell’Istituto Superiore di Sanità, sono stati registrati oltre 816 mila casi di sindromi respiratorie acute, quasi 100 mila in più rispetto alla settimana precedente. Un dato che conferma l’accelerazione della stagione influenzale e l’aumento della pressione sui servizi sanitari. […]
SFIGMO E FONENDO
09 Mar 2012 22:13
Il termine “Low Cost” è stato introdotto nel linguaggio comune in riferimento al basso costo dei voli aerei praticato da alcune compagnie; oggi con prepotenza entra anche nel mondo della Sanità. Esploso sul web con l’offerta di prestazioni, specie odontoiatriche e laboratoristiche, a prezzi molto bassi e competitivi, è un fenomeno che induce alcune riflessioni. Occorre partire dalla capacità calante da parte del pubblico di offrire prestazioni sanitarie adeguate alle richieste dei Cittadini; tra ticket, superticket, tagli di fondi per personale, strutture e mezzi il Servizio Sanitario Pubblico è sempre più incapace di gestire le richieste dei pazienti-cittadini-utenti e tale incapacità è ancor più evidente al Sud, come si può ben vedere nella nostra realtà un tempo “isola nell’isola” ora sempre più marginale e periferica.
La cronicità, l’invecchiamento della popolazione, le novità in ambito scientifico e biotecnologico, oltre ad una maggiore informazione (non sempre corrispondente ad una maggiore cultura sullo stato di salute) e a franche realtà di consumismo sanitario dovrebbero indurre ad una maggiore razionalizzazione delle sempre più scarne risorse e dovrebbero, senza indugio, portare alle sempre auspicate riforme che allo stato si sono invece fermate alla contrazione dei servizi con liste d’attesa epiche ed insostenibili, al mantenimento di privilegi singoli o localistici e non certo di categoria, e ad enunciazioni di principi mai concretizzati tra cui il famoso aforisma “Meno Ospedale Più Territorio”.
In questo contesto l’equilibrio pubblico/privato in cui prima per privato si intendeva sia quello accreditato (spesso “furbo” e a volte come la cronaca narra corrotto e scorretto) che quello puro (a totale pagamento cioè), vede ora l’inserimento di forme di assistenza low cost. La Sanità leggera è una terza via, da non demonizzare ma che necessita di garanzie e regole e che merita attente riflessioni. Intanto è un’ulteriore sottrazione di risorse al SSN; i cittadini che potranno si rivolgeranno a queste realtà (ci sono già vari esempi da Groupon, alle tessere scontate, all’impegno di Banche in Welfare Italia con 135 futuri ambulatori plurispecialistici fino all’Unipol Salute) sottraendo quote di ticket e quindi risorse al SSN. In più c’è da dire si acuiranno ancor più le differenze “sociali” tra chi si potrà curare e chi no come è proprio di quei sistemi non universalistici nè mutualistici ma principalmente privati, in cui pur a fronte di quote di PIL elevate investite in Sanità (USA in primis) la tutela della Salute è di gran lunga minore e peggiore che nei Paesi con un sistema Sanitario Pubblico. Ancora mi chiedo: ma se ho un infarto o un ictus o mi serve il 118 mi rivolgo al Centro Low Cost o cerco il Servizio Pubblico, quello che oggi, con la crisi che morde, la disoccupazione che avanza e il potere d’acquisto sempre più eroso, è sempre più una conquista “sociale” che per me occorre difendere a dispetto di tutti e rilanciare anche se occorrerà intaccare privilegi e piccoli egoismi.
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