Inchiesta Mare Jonio: “125 mila euro per trasbordare i migranti”. Ma le ong si difendono

Cominciano ad emergere nuovi dettagli circa l’inchiesta della procura di Ragusa relativamente al caso “Mare Jonio”, operante per l’ong Mediterranea Saving Humans, accusata di aver ricevuto un’ingente somma di denaro per trasbordare dalla motonave Maersk Etienne 27 migranti. Tra l’altro, sempre secondo la procura, gli armatori avrebbero fatto un accordo preventivo.

Si tratta , nello specifico, di 4.600 euro a migrante che, moltiplicati per le 27 persone che sono state trasportate, fa in totale 125mila euro. Secondo quanto raccontato da “Repubblica”, il 30 novembre 2020 vi sarebbe stato un accredito sul conto della Idra, corrisposto dalla Maersk Tankers, la società armatrice della Etienne. La richiesta iniziale della Mare Jonio era di 270 mila euro.

Le 27 persone sono state soccorse dalla motonave danese il 5 agosto 2020 su disposizione di Malta in attesa di un porto sicuro, che però non è stato assegnato. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, l’11 settembre i migranti trasbordano sulla Mare Jonio in seguito a un accordo commerciale che prevede il versamento di 125mila euro da parte dei danesi alla Mare Jonio.

Il giorno dopo la nave approda a Pozzallo, secondo gli inquirenti commettendo un altro illecito: “Il trasbordo era apparentemente giustificato da una situazione emergenziale di natura sanitaria, documentato da un report medico del team di soccorritori che si era imbarcato illegittimamente sul rimorchiatore” afferma il procuratore a capo dell’inchiesta. Le accuse mosse dalla Procura sono basate su “intercettazioni telefoniche, indagini finanziare e riscontri documentali”.

In questione ci sarebbe proprio un “accordo di natura commerciale tra le società armatrici delle due navi” per “il servizio reso da Mare Jonio”, dichiara il procuratore di Ragusa Fabio D’Anna. Ad aver agito in relazione a un interesse economico sarebbero l’ex disobbediente Luca Casarini, il capo missione Beppe Caccia, il regista Alessandro Metz e il comandante Pietro Marrone, il quale si trovava al timone della Mare Jonio al momento del trasbordo.

Le Ong si difendono da giorni parlando di macchina del fango e di essere pronte a dimostrare di non aver fatto nessun genere di accordo. Mediterranea Saving Humans, società incaricata alla gestione del rimorchiatore, non ci sta e dichiara: “Macchina del fango, le accuse si scioglieranno come neve al sole”. “Il 5 agosto 2020 – spiega la societa’ di navigazione – l’equipaggio della Maersk Etienne ha soccorso 27 persone in pericolo in mare su richiesta delle autorita’ maltesi. Una volta salvati, loro e l’equipaggio sono rimasti bloccati per 38 giorni senza precedenti, senza alcuna autorita’ disposta a consentire alla nave di fare scalo in porto e consentire lo sbarco sicuro delle persone soccorse.

Dopo che diverse richieste di assistenza sono rimaste senza risposta, la situazione e’ diventata disastrosa dal punto di vista umanitario. Abbiamo concordato con Mediterranea che avrebbero condotto una valutazione dello stato di salute utilizzando il team medico a bordo del Mare Jonio”. Il trasferimento sulla nave e’ avvenuto a seguito, viene assicurato da Maersk Tankers, “della valutazione che le condizioni delle persone soccorse richiedevano cure immediate in strutture mediche adeguate”. Al momento “non siamo stati contattati dalle autorita’ in relazione alle indagini, ma siamo pronti a fornire assistenza, se contattati. Continuiamo a spingere per un’azione politica decisiva per evitare il ripetersi di questi eventi”.

Gli indagati saranno chiamati a difendersi dalle accuse di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, reato aggravato dallo scopo di profitto e di violazione alle norme del Codice di Navigazione.

 

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