Molti associano il loro volto alle vacanze estive, al sole che illumina Marina di Modica e al movimento dei mesi più caldi. Per altri, invece, sono un punto di riferimento imprescindibile della frazione marinara modicana anche quando arriva l’inverno, le strade si fanno silenziose e il mare cambia colore. Sono Giovanna, Jole e Veronica: le […]
GIRO DI VITE SUL NUMERO DEGLI ENTI E DOCENTI
03 Feb 2012 14:53
Il deputato di Grande Sud Carmelo Incardona, interviene in merito alla decisione del governo regionale presieduto da Raffaele Lombardo di avviare una svolta in tema di formazione professionale e accesso al lavoro. Il governatore ha annunciato un giro di vite non solo sul numero degli enti e dei docenti, ma anche sui curricula dei docenti, sull’efficacia dei percorsi formativi e sulla copertura finanziaria dei corsi. “Quando decisi di avviare un’ispezione in tutti gli enti di formazione professionale – ha sottolineato il deputato – il Pdl insorse e il Presidente Lombardo si mise di traverso. Quando mi insediai all’assessorato ereditai un settore che assorbiva 265 milioni di euro l’anno, coinvolgeva 180 enti accreditati e più di 8.500 persone tra docenti, impiegati, tutor, ecc;”. “Quelle che oggi vengono indicate come le soluzioni di razionalizzazione del settore furono da me proposte e poi vennero contrastate per meri interessi di bottega dal dirigente generale del’epoca e dal Presidente Lombardo – ha proseguito – che sperava di fare la campagna elettorale per la elezione del Parlamento Europeo sulla base di alcuni effetti mediatici che però non si trasformarono in speciali e tanto meno in voti, ma piuttosto in un clamoroso fallimento che segnò l’inizio del declino del Movimento per l’Autonomia”.
“Ricordo anche che sindacati come la Cisl, guidata da Maurizio Bernava – ha evidenziato – mi criticò pesantemente perché il mio piano di ‘bonifica’ andava ad intaccare una rendita di posizione che garantiva al sindacato oltre 150 mila ore di attività formative lautamente finanziate”
“Mi fa specie sentire che oggi Bernava si dichiara d’accordo all’utilizzo dei fondi comunitari anche per la formazione continua e ancor di più sentire accusare parlemantari dell’ARS – ha sottolineato – considerato che quando sul mio emendamento che proponeva tale soluzione apposero la firma ben 49 deputati, lo stesso Bernava disse che quell’atto era finalizzato a chissà quali fini, mentre era corretta la strada indicata dalla dirigente generale di utilizzare solo somme del bilancio regionale”. “Ci voleva una crisi grave come quella che stiamo attraversando e la politica del rigore imposta dal Presidente del Consiglio, Mario Monti per indurre Lombardo a ripercorrere il cammino che il sottoscritto stava avviando nel campo della formazione professionale. – ha rimarcato – Come dire, il tempo è galantuomo e riconosce (dopo che lo stesso Lombardo si è pubblicamente scusato nei miei confronti nel corso di una seduta dell’Assemblea regionale) che l’iniziativa intrapresa andava nella direzione del rigore e della razionalizzazione di un settore particolarmente oneroso per i bilanci della Regione”.
Incardona ricorda anche come la Corte di Conti avviò un’indagine sul Piano regionale per l’offerta formativa non solo dell’anno 2009 ma anche degli anni precedenti.
“Non è assolutamente vero che il mio piano aumentava a dismisura enti e complessivamente la spesa per la formazione, – ha sottolineato – semmai andava nella direzione opposta. La mia colpa, se di colpa si può parlare, è stata quella di andare a colpire quelle oligarchie che nel campo della formazione professionale la fanno da padrone, assorbendo grandi risorse e fornendo scarsi risultati in termini di qualificazione professionale e immissione nel mercato del lavoro dei corsisti”.
“L’indagine della Commissione ispettiva dell’Ars ha accertato come negli anni sia stato costruito un sistema fondato sulla crescita esponenziale della spesa pubblica e indirizzato a creare posti di lavoro a prescindere dalle esigenze effettive dell’utenza e dalla qualità del servizio. Una radiografia che mi è stata chiara dopo il mio insediamento e su cui avevo programmato il mio piano di azione che è stato avversato per interessi di natura politica. Adesso il tempo mi ha dato ragione”, ha concluso.
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