“Fatemi assistere alla nascita di mia figlia”. La richiesta di un papà vittoriese agli operatori sanitari

“Ti chiedo scusa figlia mia se non potrò essere presente alla tua nascita, non so se a causa del covid o a causa del menefreghismo sanitario perché da padre penso tutti i giorni alla nascita del tuo fratellino, ai momenti di conforto che davo a tua madre nel momento del travaglio, e alla gioia infinita del parto,  essere lì presente e conoscerti in prima linea com’è giusto che sia per un padre, ma ci hanno tolto pure quello, che ancora tutt’oggi non capisco”.

Alessandro è un papà vittoriese che fra poche settimane potrà finalmente conoscere sua figlia. Eppure, le attuali regole sanitarie dovute all’emergenza Covid non permettono ai papà di assistere al parto. Una questione che il nostro giornale ha trattato qualche mese fa raccogliendo la riflessione di un’altra coppia, anche loro con lo stesso problema (per leggere l’articolo clicca qui).

Eppure, è noto come tantissimi studi abbiano dimostrato come sia fondamentale la presenza del padre accanto alla mamma nel momento del parto: è un momento indimenticabile e che non deve andare perso nella vita di una coppia.

“Perché tutto il servizio sanitario può entrare e uscire solo con dei semplici tamponi rapidi e un padre non può entrare facendo sia quello rapido che quello molecolare come lo fanno alla madre prima del parto?”, si chiede Alessandro. Ed è una domanda legittima: se i papà effettuano i tamponi proprio come le mamme, perchè impedire loro di assistere in sala parto? Non è solo una questione legata ai papà. Anche per le mamme, avere il proprio compagno accanto ed evitare di restare da sole in un momento così importante della vita, è importantissimo.

Poi, aggiunge: “La mia non è rabbia, ma un messaggio a tutti i futuri papà. Non è giusto toglierci la gioia primaria di un padre e tenerci esclusi come dei perfetti estranei e farci conoscere i figli dopo tre giorni”.

 

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it