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CHIARAMONTE GULFI PARTECIPA AL CORDOGLIO DELLA FAMIGLIA DIVITA
24 Ott 2011 12:01
La morte dell’insigne studioso, conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo per il suo rigore scientifico e per la sua disponibilità umana, ha destato commozione nella cittadina.
Il prof. Di Vita, originario di Chiaramonte Gulfi ha sempre mantenuto un legame forte con la sua terra e la sua gente. Quando gli impegni di lavoro lo permettevano, sovente rientrava nella sua città a cui ha dato tanto per la scoperta di importanti siti archeologici.
Al nome del prof. Di Vita sono legate importanti ritrovamenti archeologiche anche nel territorio chiaramontano. Al suo nome sono da ricondurre gli scavi archeologici di C.da Scornavacche (7^ secolo A.C). Si tratta di uno dei pochissimi siti conosciuti al mondo dove la tipologia costruttiva principale del villaggio era quella di laboratori di ceramica e al piano superiore dell’edificio si trovavano le abitazioni. Tutto il materiale di quella compagna di scavi si trova oggi al Muso Archeologico di Ragusa che fu pensato, in larga parte, per ospitare quei reperti.
Antonino Divita ebbe anche il merito di individuare l’area di Acrille. Si trattò di una scoperta eccezionale che permise agli studiosi di avere certezza sull’esistenza di quel villaggio, dato che fino a quel momento tutto era avvolto nel mistero.
Nel 1990 il prof. Di Vita fu il protagonista assoluto di un interessante convegno a carattere nazionale dove si parlò ampiamente e diffusamente di quelle scoperte.
Chiaramonte Gulfi deve, quindi, molto al compianto archeologo e in queste ore di lutto anche l’Amministrazione comunale ha voluto testimoniare il proprio cordoglio.
“Si è spento, queste le parole del Sindaco, Giuseppe Nicastro, un uomo di grande levatura umana e culturale che ha fatto conoscere la nostra cittadina in tutto il mondo. Commovente il suo attaccamento alla città di Chiaramonte Gulfi, dove tornava spesso e dove si intratteneva sovente con gente di ogni età. La morte del prof. Antonino Di Vita, ha poi concluso il Sindaco, è una grave perdita. Di lui ci resterà, per sempre, il suo rigore scientifico e la sua intensa attività di archeologo”.
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