Riflessioni in seguito allo stupro di Vittoria

L’articolo 3 della Costituzione italiana recita: ” Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua , di religione ecc…” Ma tale articolo, per quel che concerne le distinzioni dei sessi, è stato veramente messo in pratica? Dopo 65 anni, l’Italia, compie un passo storico nel contrasto della violenza di genere con la legge 27 giugno 2013 n°77, approvando la ratifica della Convenzione di Istanbul, redatta l’11 maggio 2011. Il 15 ottobre 2013 è stata approvata la legge 119/ 2013 in vigore dal 16 ottobre 2013. Conversione in legge con modificazioni del decreto – legge 14 agosto 2013 n° 93. Ciò vuol dire che , nonostante la donna, abbia iniziato da decenni la lotta per emanciparsi da leggi segreganti e per la parità dei diritti con l’ uomo, quest’ultimo continua ancora ad esercitare violenza contro di lei.

Le cronache nere di questi mesi, , sono diventate ancora più “nere”, poiché sono entrate nel cuore della gente, ed hanno avuto per protagoniste …. : le donne ! L ‘orribile episodio verificatosi in questi giorni a Vittoria ha suscitato, inevitabilmente grande indignazione e rabbia tra l’opinione pubblica. Ci si chiede: e’ legittima la risonanza di questi fatti? È irrefrenabile e apocalittica questa violenza femminile? Ultimamente ci siamo posti ripetutamente queste domande, poiché si ha l’impressione che un minimo di discrezione e di silenzio, senza ridurre la partecipazione e il dolore collettivi, avrebbero evitato , almeno , la sinistra infatuazione che finisce per ammorbare le nostre coscienze.

Ma qualcosa sarà pur cambiata nella nostra società in questi ultimi decenni, per far registrare una forte crescita della violenza sulle donne. Sarà magari dovuto al fatto che ci troviamo nel gaudo fra due civiltà : una che sta morendo, e una che sta nascendo, della quale non si sono ancora definiti i caratteri. Praticamente abbiamo assistito alla demolizione dei valori sanzionati dalla prima, ma non abbiamo assistito né al loro recupero né alla loro sostituzione nella seconda. Perciò in questa fase di transizione, quando i principi tradizionali di riferimento sono eclissati o quanto meno oscurati, è ovvio che si risveglino i principi, anzi, gli istinti primordiali, fra i quali, la violenza ha un ruolo prioritario. Oddio, la violenza sulle donne e’ antica come il mondo ;

Certo la televisione è anche un po’ complice, i fenomeni di “imitazione” esistono: magari sono frutto della stupidità, ma esistono. Ma decisamente non è l’unico deterrente contro tale fenomeno, occorre dare certezza che chi sbaglia , paghi. L’alta impunità rende gli aggressori molto spavaldi, e avvilisce le donne. Se è corretto costruire un sistema di altissime garanzie a tutela della donna, deve essere però altrettanto certo che un reato, una volta accertato, va punito. Certo, la pena deve essere commisurata alla colpa. Ma quando il reato è accertato, in galera, ci si va, senza sconti o distinguo. Se l’aggressore è individuato, non dovrebbe essere più possibile che , per un cavillo procedurale, venga liberato. È proprio questo genere d’ ingiustizia, che il nostro sistema giudiziario a volte consente, a rendere insicura la donna, quando addirittura non ostile alle stesse istituzioni che la dovrebbero piuttosto tutelare.

Contributo editoriale: Giovanna Cannizzaro

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