Accordo tra Regione siciliana e privati convenzionati per cercare di ridurre le liste d’attesa in sanità. L’accordo prevede di distribuire le risorse del 2024 per potenziare l’offerta delle prestazioni ambulatoriali. COSA PREVEDE L’ACCORDO L’intesa prevede un totale di 310 milioni di euro da distribuire alle diverse branche e province, con un aumento di 12 milioni […]
USCIRE DAGLI SCHEMI PER USCIRE DALLA CRISI
09 Feb 2016 09:30
“La crisi porta progressi. La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. […] Lavoriamo duro. L’unico pericolo della crisi è la tragedia che può conseguire al non voler lottare per superarla”. Così diceva Albert Einstein, e le sue parole risultano ancora attuali.
Tuttavia, è difficile metterle in pratica, e lo dimostra il milione di giovani lavoratori (di età compresa tra i 15 e 34 anni) che, secondo i dati Istat 2008-2011, rappresenta la classe maggiormente colpita dalla crisi economica in Europa e in Italia, come riportato nell’edizione dell’8 aprile 2012 del Corriere della Sera.
Secondo il comunicato stampa del 2 dicembre 2011, la diminuzione dei giovani occupati, in Italia, viene attribuita principalmente a tre cause: la perdita di attrazione della figura dell’imprenditore, il disinteresse di alcuni giovani (l’11,2% tra i 15 e i 24 anni e il 16,7% tra i 25 e i 29) al lavoro e allo studio e il tasso di anzianità aziendale, che in Italia è superiore rispetto a quelli degli altri Paesi Europei (il 50,7% italiano contro il 44,6% tedesco, 43,3% francese, 34,5% spagnolo e 32,3% inglese).
Steve Jobs, che lasciò il college per dedicarsi a ciò che più gli piaceva, e che finì con l’essere uno degli inventori più famosi dell’ultimo secolo, nel 2005 incitava gli studenti di Stanford a ragionare con la propria testa e ad ascoltare solo la voce del proprio cuore.
Questo modo di pensare e di agire fuori dagli schemi, potrebbe essere applicato anche all’economia, com’è l’esempio della decrescita felice: la teoria formulata da Serge Latouche che prevede la sostituzione delle merci con beni autoprodotti qualora si verifichi un miglioramento qualitativo e un minor consumo di risorse.
L’obiettivo è, in sostanza:”il meno quando è meglio”.
La decrescita felice è definita una “rivoluzione dolce” che ha come fine il benessere comune, raggiungibile con una politica incentrata sulla diminuzione del consumo di risorse e di energia e sulla prevalenza della collaborazione sulla competizione.
Un cambiamento che provocherebbe profondi mutamenti, questo è certo, ma non si può escludere che, per risollevarsi ed andare avanti, bisogna essere disposti a cambiare.
Citando di nuovo il grande Einstein:”È nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie”.
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Liceo Scientifico “G. La Pira” di Pozzallo
Articolo di Mariagrazia Giunta
Classe III A
Insegnante referente: Statello Elena
Con la collaborazione di Cannizzaro Marianna
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