Mentre l’azienda sanitaria continua a rivendicare risultati positivi nella riduzione delle liste d’attesa, sul territorio emergono episodi che sollevano interrogativi sulla reale efficacia del sistema. A portare all’attenzione pubblica una vicenda emblematica è il Comitato Civico Articolo 32, che segnala quanto accaduto nei giorni scorsi a un paziente dell’ospedale di Modica. «La mattina del 16 […]
“CHE FINE HA FATTO IL SISTEMA DI TELESORVEGLIANZA?”
11 Dic 2010 14:26
Il presidente del parco commerciale “Isole Iblee”, Giovanni Corallo, esprime profonda preoccupazione per l’ennesimo furto verificatosi nella prima fase della zona industriale e che, stavolta, ha preso di mira la mensa interaziendale. Tanti e ingenti i danni causati alla struttura. I ladri hanno portato via, tra l’altro, consistenti quantitativi di derrate alimentari. Dura condanna del presidente Corallo per un episodio che ripropone, in tutta la sua drammaticità, la questione sicurezza all’interno della zona in cui sono insediate varie attività industriali molte delle quali consorziate al parco commerciale.
“Alla luce di tali fatti, che si ripetono nel tempo con una certa periodicità – dice Corallo – non possiamo non considerare che è già esistente un sistema di videosorveglianza che, nel caso in cui entrasse in funzione, potrebbe permettere di monitorare l’intero territorio, o almeno buona parte di esso, su cui si espande la zona industriale. Un sistema per il quale sono state spese centinaia di migliaia di euro e che, per quanto ci risulta, continua ad essere inutilizzato per uno di quei classici palleggiamenti di responsabilità tra enti in cui, come sempre, a farne le spese sono i cittadini, in questo caso gli insediati dell’area industriale.
E tutto ciò assume il sapore della beffa in un periodo come quello attuale in cui la crisi economica non permette di guardare al di là del proprio naso. Fare i conti anche con vandalismi e furti abbatte ancora di più gli imprenditori che spererebbero, piuttosto, in una inversione di tendenza rispetto all’applicazione di misure che, come nel caso della telesorveglianza, potrebbero assumere un valore preventivo di notevole importanza”.
“Ecco perché – conclude Corallo – oltre a rivolgerci alle forze dell’ordine con l’auspicio che facciano piena luce sull’accaduto, chiediamo a chi di competenza di attivare le procedure del caso per sbloccare una situazione che ha del paradossale. Il sistema di telesorveglianza della zona industriale è stato pagato con i soldi della collettività ed è più che naturale che si chieda di superare le fasi di stallo del recente passato per permettere allo stesso di entrare regolarmente in funzione”. (c.m.)
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