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68 milioni di euro di beni sequestrati agli imprenditori Luca di Gela: confermato il provvedimento anche per l’immobile che ospitava il Commissariato di polizia di Vittoria
16 Feb 2021 12:02
Maxi sequestro da 68 milioni di euro a tre imprenditori di Gela dei settori del commercio di autovetture e immobiliare. Gli uomini della Direzione investigativa antimafia e della Guardia di finanza di Caltanissetta ha fatto scattare i sigilli a beni e societa’.
Il provvedimento della sezione misure di prevenzione del tribunale nisseno, su proposta della Dda, colpisce i patrimoni del 70enne Salvatore Luca, del 45enne Rocco Luca e del 65enne Francesco Antonio Luca.
Confermato anche il sequestro dello stabile che era in uso al commissariato di Vittoria, già oggetto di sequestro da parte della Guardia di Finanza di Caltanissetta, su disposizione della procura della stessa città, nel 2019. Il commissariato, successivamente, venne trasferito in via Gaeta. La decisione all’epoca era legata alle indagini condotte nei confronti dell’imprenditore Rocco Luca, finito in carcere assieme allo zio e al padre perché indagato con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e riciclaggio.
Luca deteneva, dal 2012, il 50% della proprietà dello stesso stabile, acquistato a un’asta pubblica. I tre, indagati per concorso esterno in associazione mafiosa, sono ritenuti contigui a Cosa nostra e in affari, in particolare, con esponenti del clan Rinzivillo. Le indagini hanno fatto emergere il reinvestimento da parte degli imprenditori di ingenti capitali di provenienza illecita in numerose societa’ formalmente intestate ai loro familiari, attive nell’edilizia e nel commercio di auto, anche di lusso.
Già nel giugno del 2006, la DIA aveva effettuato un sequestro preventivo della concessionaria LUCAUTO S.r.l., nell’ambito dell’operazione “TERRA NUOVA 2”, ed aveva in quel contesto deferito all’autorità giudiziaria Luca Salvatore e alcuni familiari, per il reato di riciclaggio. Il procedimento fu poi archiviato, per una “pseudo collaborazione” di Luca, che aveva riferito ad altri uffici investigativi di episodi estorsivi subiti, tentando così di passare per vittima della criminalità organizzata. Successive acquisizioni probatorie hanno consentito di far luce sulla reale natura dei rapporti tra i componenti della famiglia Luca e le organizzazioni mafiose sul territorio.Gia’ nel giugno 2006 la Dia aveva effettuato un sequestro preventivo della concessionaria Lucauto Srl, nell’ambito dell’operazione “Terra nuova 2”, e aveva in quel contesto denunciato per riciclaggio Salvatore Luca e suoi familiari.
Il procedimento fu successivamente archiviato a seguito di una sorta di collaborazione dello stesso imprenditore che, nel frattempo, aveva riferito, ad altri uffici investigativi, di episodi estorsivi a suo dire subiti nel tempo, tentando in tal modo di accreditarsi quale vittima della criminalita’ organizzata. Dichiarazioni rese da numerosi collaboratori di giustizia dell’area gelese, hanno consentito di far luce sulla reale natura dei rapporti tra i componenti della famiglia Luca e le organizzazioni mafiose operanti sul territorio. Nel luglio del 2019, pertanto il Gico della Guardia di finanza di Caltanissetta ha dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip di Caltanissetta nell’perazione “Camaleonte”, nei confronti di Francesco Antonio Luca, del fratello Salvatore, nonche’ del figlio di quest’ultimo, Rocco, i quali “pur non essendo stabilmente inseriti nel sodalizio mafioso denominato Cosa nostra, attivo a Catania, Gela, Vittoria e territori limitrofi”, hanno favorito l’associazione mafiosa, e in particolare la famiglia mafiosa di Gela Rinzivillo ed Emmanuello.
Il provvedimento di sequestro ha interessato dieci pacchetti societari dei settori della commercializzazione di auto, immobiliare, edilizia e alberghi e ristoranti; 40 terreni a Gela, di cui 25 parte dei beni aziendali; 192 fabbricati a Gela, Marina di Ragusa e Vittoria e 47 rapporti bancari, finanziari e polizze assicurative.
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