450° DALLA CHIUSURA DEL CONCILIO DI TRENTO

Nel Cinquecento la Chiesa cattolica auspicava un rinnovamento, sollecitato da più parti, infatti c’era l’esigenza di un ritorno alle origini. Di fronte al dilagare della  Riforma Protestante avviata da Martin Lutero e portata avanti da Calvino e altri, il papato aveva tentato una conciliazione per recuperare l’unità religiosa. Ma fu vanificato dai Protestanti (soprattutto i calvinisti) che si opposero. Allora fu tentata un’altra strada: quella del rinnovamento interno, che interessò ogni aspetto  della dottrina cattolica e dell’organizzazione della Chiesa e venne definita Controriforma.

La conclusione del Concilio di Trento fu celebrata il 3 dicembre  del 1563. Il XVI secolo per la Chiesa cattolica fu pieno di avvenimenti, ma ciò che portò al Concilio furono eventi lontani.

A farsene promotori furono gli stessi papi, in particolare Paolo III (Alessandro Farnese 1534-1549), che convocò il Concilio di Trento. A Trento vennero chiamati i cardinali nel 1542,  dove i padri conciliari si riunirono solo nel dicembre del 1545. Questa sede fu scelta perché la più vicina al mondo protestante tedesco e in quanto sede del Principato Vescovile e quindi considerato ‘confine e baluardo’  all’avanzata della Riforma Protestante.

Ciononostante i contrasti tra il papa e l’imperatore bloccarono i lavori dell’assemblea e fu addirittura spostata da Trento a Bologna nel 1547 per volontà del papa Paolo III e infine sospesa fino al 1549 in seguito alle proteste imperiali. Nel 1551 il Concilio fu riconvocato a Trento, ma l’anno dopo fu di nuovo interrotto a causa di altre guerre.

Paolo IV (Gian Pietro Carafa), mantenne il pontificato durante gli anni dell’interruzione decennale del Concilio, assumendo un atteggiamento intransigente nei confronti dei protestanti.

Un ruolo determinante  dell’ambito del Concilio lo ebbero i Gesuiti, che mediarono tra le varie posizioni emerse in quanto volevano che avesse un’importanza rilevante sul piano religioso e politico.

Furono stabiliti i seguenti principi:

–         rottura definitiva con i protestanti;

–         riesame dei problemi dottrinali  e loro ridefinizione tra cui: necessità delle opere buone oltre che alla fede; fonte di verità è la Bibbia, ma anche la tradizione della Chiesa; l’interpretazione delle Sacre Scritture spetta solo alla Chiesa;

–         risoluzione dei problemi disciplinari presenti nel clero, per cui: riconferma dell’obbligo del celibato; i vescovi devono vivere nelle loro diocesi e visitare regolarmente le parrocchie; seminari per formare nuovi sacerdoti; consolidamento dell’Ordinamento gerarchico della Chiesa al cui vertice si trova il Papa, vicario di Cristo in Terra.

–         Il catechismo  (Catechismus ex decreto Concilii Tridentini ad parochos Pii V iussu editus) .

La Chiesa uscì dal Concilio rigenerata, capace di gestire il mondo cattolico e di difendere la fede. Con questa nuova struttura fu in grado di  affrontare con efficacia i nuovi tempi.

Molti furono gli ordini religiosi che nacquero in quelli anni e la maggior parte  si dedicò al compito di educare i giovani.

Inoltre il papa Paolo III, per combattere le eresie aveva riorganizzato il Tribunale dell’Inquisizione (1542) istituendo a Roma la Congregazione del Sant’Uffizio, formata da 9 cardinali controllati dal papa. Fu un organo di oppressione che operò soprattutto i Spagna con metodi disumani e limitando massicciamente la libertà di pensiero.

Paolo IV fece pubblicare l’Indice dei libri proibiti (1557) dove erano indicati i libri in cui era vietata la lettura  perché ritenuti  pericolosi per la fede.

Si scatenarono lotte cruente e che coinvolsero non solo i sovrani, ma anche i popoli in rivolte e lotte  civili, mentre ad Oriente premevano i Turchi.

Le le cause di questo periodo bellico furono tante:

–         molti danni erano derivati da guerre precedenti, a causa delle quali le finanze dei vari Stati erano in pessime condizioni;

–         il popoli erano impoveriti dalle tasse pesantissime, dalle requisizioni forzate imposte in occasioni delle guerre;

–         la rivoluzione dei prezzi provocò il dissesto finanziario dei ceti a reddito fisso (artigiani, proletariato urbano, piccola nobiltà);

–         il dilagare della Riforma e soprattutto il Calvinismo, con le sue condizioni di vita democratica e di liberà imprenditoriale, aggravò i contrasti sociali. L’eresia, come attacco alla Chiesa cattolica significava  ribellione al potere assoluto, allo sfruttamento, ricerca di libertà e benessere.

Tutta la struttura sociale dell’epoca ne fu sconvolta. Si cercò maggiore uguaglianza  tra le classi  e maggiore giustizia sociale contro lo strapotere dei monarchi.

La Chiesa e i sovrani però si allearono per difendersi da queste esigenze innovatrici che erodevano il loro potere e tentarono di mantenere l’antico ordine, senza capire che i tempi erano ormai profondamente cambiati.

A 450 anni dalla sua conclusione è buona cosa riprendere in mano la storia, per capire il grande passaggio epocale che il Concilio apportò.

Per questo la città di Trento  ospiterà una serie di manifestazioni culturali e religiose, con l’obiettivo di ricordare uno degli eventi storici più importanti. Dal 29 novembre fino al 1 dicembre  si terranno conferenze, visite guidate, mostre, Messe e processioni in memoria dei quasi diciotto anni di sessioni e incontri ecclesiastici durante quell’epoca rinascimentale.

Ci sarà anche un inviato speciale di papa Francesco , il cardinale e studioso di origine tedesca Walter Brandmueller, che presenzierà a molte delle iniziative in programma.

L’arcivescovo di Trento, Luigi Bressan, ha detto in conferenza stampa: “Intendiamo ricordare un evento per il quale la nostra città è conosciuta in tutto il mondo e che ha avuto grandi ripercussioni sia nei Paesi  limitrofi, sia in quelli extraeuropei. Ora viviamo in una Chiesa in continua riforma, verso un miglioramento continuo delle persone e della fede. Per questo le celebrazioni dell’anniversario non vogliono essere la ripetizione di un modello, quello detto appunto “tridentino”, quanto piuttosto, una commemorazione storica. 

 

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