25 NOVEMBRE GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE – LA RIFLESSIONE DELL’UFFICIO PARI OPPORTUNITÀ UGL RAGUSA.

Alla vigilia della Giornata internazionale contro la  violenza sulle donne, così interviene Gianna Dimartino, Responsabile provinciale dell’Ufficio dei Diritti e delle Pari opportunità UGL RAGUSA:

“Il contrasto alla violenza sulle donne deve basarsi sia su un percorso normativo forte ed efficace , ma anche su una rivoluzione culturale che deve toccare ciascuno di noi, e soprattutto  le nuove  generazioni. Oltre alla violenza fisica sulle donne,  che porta fino alla morte (con ben 6 femminicidi al giorno nell’UE e 1 ogni due giorni in Italia), aumentano le violenze psicologiche e strutturate nell’ambito sociale e del lavoro. E l’UGL combatte da sempre le discriminazioni di genere in termini di  disuguaglianze sul mercato del lavoro, di divario salariale tra donne e uomini,  di licenziamenti selvaggi, di mobbing e disparità di trattamento nei contratti e nella  carriera professionale .

In Italia abbiamo fatto qualche timido passo in avanti dal punto di vista normativo, ma c’è ancora tanto da fare . Il divario salariale è di circa il 7% ed il fatto che le donne percepiscono una retribuzione oraria inferiore ai colleghi uomini, fa accumulare loro  un minor numero di ore di lavoro nel corso della loro vita, motivo per cui anche le loro pensioni sono ridotte. Di conseguenza, tra gli anziani vi sono più donne in stato di povertà rispetto agli uomini. Le donne sono più inclini ad accettare contratti flessibili, parziali  e quindi meno retribuiti, anche perchè le responsabilità familiari non sono condivise in maniera equa e vi sono scarsi interventi per la Conciliazione dei tempi tra vita familiare e professionale delle donne. Di conseguenza, le donne subiscono interruzioni di carriera più frequenti e spesso , dopo la maternità. non tornano a lavorare a tempo pieno. Risalendo poi alle origini del  problema, è anche la scarsa consapevolezza e autostima delle donne che le porta a scegliere, già da adolescenti, percorsi scolastici e professionali meno remunerativi: ad es. troppe insegnanti e poche donne ingegnere, troppe addette al terziario e poche commerciali.  Se a tutto ciò si aggiungono i licenziamenti unilaterali e senza giusta causa, le dimissioni in bianco ancora oggi richieste da tanti datori di lavoro, stati di mobbing all’interno dei posti di lavoro, abbiamo un quadro terrificante ,di una violenza inaudita, con cui le donne devono fare i conti giornalmente. E come se non bastasse, il femminicidio sempre più in aumento, nonostante il recente Piano antiviolenza, in applicazione della  Legge n.119/2013,   sta cercando di porre in essere delle azioni mirate  importanti nella difesa delle donne.

Purtroppo la strada delle donne è ancora “ un percorso minato” , e molto  deve essere ancora fatto in termini di tutela di genere e  formazione culturale della collettività, specie dei giovani”.

 

 

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