11 settembre: 20 anni dopo e le vittime iblee

Venti anni dopo quel drammatico 11 settembre 2001, quel giorno che cambiò la storia del mondo, quel giorno in cui due aerei si abbatterono contro le torri gemelle di New York e un terzo nell’area del Pentagono. Quel giorno che causò quasi 5000 mila vittime, uomini, donne, lavoratori, impiegati, soccorritori, passeggeri di quegli aerei. E venti anni dopo il mondo si chiede ancora un perché mentre l’Occidente è fuggito dall’Afghanistan lasciandolo in mano al talebani e al loro poco democratico concetto di democrazia. Un fallimento doppio: per l’Occidente che non è riuscito a dare e mantenere un governo davvero democratico, un fallimento per quel Paese che piomba improvvisamente in una cultura che è più che altro dittatoriale.

Di quell’11 settembre 2001 ricordiamo con un enorme affetto e un cuore aperto, le vittime, le tante vittime innocenti di pazzi terroristi scellerati. E tra loro ci sono anche due vittime di origini iblee. Storie diverse ma per certi versi uguali. Un business-man, che al 98esimo piano della torre uno, stava lavorando normalmente quando piomba l’aereo, e un uomo che nella vita fa il soccorritore e che nel tentativo di salvare gli altri, muore. Sono le storie di John Spadaro, di origine ragusana, esperto economico e analista finanziario che si trovava nel suo ufficio e di Joseph Agnello, di origine pozzallese, tenente dei vigili del fuoco di New York, tra i primi, insieme alla sua squadra, ad arrivare al World Trade Center per tentare di salvare più vite umane. Uno degli eroi di quell’11 settembre che i libri di storia racconteranno e a cui, insieme al ricordo di John Spataro, va il nostro lontano, lontanissimo ma sentito grazie.

LEGGI LA STORIA DI JOHN SPATARO NELL’ARTICOLO SCRITTO DA SILVIO BIAZZO

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