Riaprono i cantieri della autostrada Siracusa-Gela sino a Modica. Si torna a lavorare e a sperare

La rescissione del contratto ipotizzata dall’assessore regionale Marco Falcone ha fatto  riaprire da stamattina  i cantieri dell’autostrada Siracusa Gela, nel tratto da Rosolini sino a Modica.

Nonostante non sia ancora arrivata l’autorizzazione del Tribunale di Roma all’accordo siglato, tra la mandataria Condotte d’Acqua Spa (70 per cento dell’Ati Cosige) che doveva recedere per una totale assegnazione dell’appalto alla Cosedil spa i lavori sono ripresi stamattina.

«Cosedil Spa riprenderà i lavori sulla Siracusa-Gela, pur in assenza dell’autorizzazione da parte del tribunale ordinario di Roma sezione fallimentare e dell’autorizzazione del Consorzio autostrade siciliane» spiega Rossana Cannata. «L’11 giugno scorso era stato firmato l’accordo privato tra la Società italiana per Condotte d’Acqua Spa e la Cosedil Spa secondo cui, previa autorizzazione del Tribunale ordinario di Roma sezione fallimentare, Cosedil avrebbe proceduto alla realizzazione del lotto unico funzionale 6+7 e 8 Ispica Viadotti Scardina e Salvia – Modica, per poco più di 19 chilometri. Sebbene l’autorizzazione da parte del Tribunale non sia ancora arrivata – conclude la parlamentare regionale – la Cosedil darà il via al cantiere per completare i lavori su questa importantissima infrastruttura siciliana». Si tratta di un segnale che Cosedil lancia al Consorzio autostrade siciliane e all’assessore Falcone che – come suggerisce la stessa parlamentare siracusana – potrà essere importante «nelle more del rilascio dei successivi provvedimenti, valutando la bontà dell’intervento di ripresa dei lavori di un’opera importante, per i benefici che porterà al territorio coinvolto».

Attualmente sono presenti nei cantieri una trentina di operai da parte di Cosige, ai quali da oggi si sono aggiunti  i primi operai di Cosedil. All’incirca si ipotizza un centinaio in totale impegnati nella ripresa dei lavori. Nei mesi scorsi il sindacato aveva organizzato anche una manifestazione di protesta, anche perché le ditte impegnate nei subappalti non sono state pagate.

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