INTERVISTA AL VESCOVO DI RAGUSA MONS. PAOLO URSO

Stamani alle ore 11,00, nella Cattedrale di Ragusa stracolma di fedeli devoti di San Giovanni, delle autorità,  di tutti i sacerdoti e di una delegazione dei Cavalieri del Santo Sepolcro di Gerusalemme, il Vescovo Mons. Paolo Urso, ha celebrato la messa in onore del Santo Patrono della Città e della Diocesi di Ragusa, San Giovanni Battista. Per Paolo Urso, probabilmente, questo sarà l’ultimo anno in cui officerà la funzione religiosa per San Giovanni Battista, rivestendo la carica di Vescovo, poiché ad aprile ha già trasmesso al Sommo Pontefice Papa Francesco, le sue dimissioni, avendo compiuto l’età limite per l’incarico ricoperto.

Mentre in Cattedrale si svolgevano le cerimonie che hanno preceduto la messa celebrata da Paolo Urso, il Vescovo mi ha concesso una breve e importante intervista, che segna un momento di grande devozione verso un Santo che, non è giusto definire eroe, ma che effettivamente, attraverso la sua fede, la sua forza di volontà, rappresenta ancora oggi un punto di riferimento per tutta la cristianità.

D. “Caro Vescovo, questo, molto probabilmente, sarà l’ultimo anno in cui la vedremo celebrare la messa di San Giovanni Battista, come pastore alla guida della Diocesi di Ragusa, volevo chiederle, in tutti questi anni, la cosa che maggiormente l’ha emozionata durante la ricorrenza del patrono di Ragusa”.

R. “La cosa che mi ha sempre colpito è il grande afflusso di gente che segue con particolare attenzione le funzioni religiose, e la grande devozione verso il Battista, al di là delle manifestazione esterne. Soprattutto c’è un profondo legame della devozione con la carità di fede; se la devozione non è unita alla carità, diventa falsa devozione. La grande partecipazione del popolo, che proviene sia da Ragusa, che da fuori, unita alla devozione della preghiera, contribuisce a creare il benessere di tutti”.

D. “In merito alle bancarelle che, ogni anno, diventano anch’esse meta di numerosa gente, cosa ne pensa?”

R. “Le bancarelle non devono assolutamente essere demonizzate, perché rappresentano un momento di incontro e l’equilibrio tra la devozione per San Giovanni, e la festa stessa. Inoltre, in un momento come quello attuale, di forte crisi economica, le bancarelle diventano possibili fattori di crescita economica per qualche commerciante”.

D. ” Nella Funzione religiosa di stamattina, quale sarà il messaggio di fede” ?

R. “Oggi mi soffermerò sulla figura di San Giovanni Profeta. Il messaggio che il Battista ci ha donato, è che non bisogna avere paura. La paura ha un doppio volto: esiste una paura sana, che ci permette di capire quello che non funziona, e una paura negativa, che invece ci blocca. Citerò una frase di un vecchio romanzo di Marshall, “La sposa è bella”, che si contrappone al messaggio di San Giovanni: “E’ follia cercare di essere eroi in un tempo crudele, anche perché il coraggio si riduce in polvere”. Invece il profeta va avanti, portando a termine quello in cui crede, senza avere paura di essere ucciso. Guardiamo quindi la testimonianza del Battista e non abbiamo paura di non poter riuscire a risolvere i nostri problemi, perché se si ha fede, il Signore, insieme alla Vergine santissima, ci aiuteranno, dandoci la forza per andare avanti”.

 

Con questo bellissimo messaggio di fede, che trasmette una grande voglia di lottare per sconfiggere la paura, così come il Battista ci ha insegnato, ringrazio di cuore il nostro Vescovo, Mons. Paolo Urso per avermi concesso questa intervista e, soprattutto, di avermi regalato un momento di personale riflessione sulle problematiche che affliggono la società odierna, in cui si ha davvero bisogno di un coraggio sano esente da paure negative.

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