RAGUSA IN MARCIA PER LA PACE

Il luogo ideale dove cominciare a costruire la pace è la piazza. Il cammino per edificarla attraversa necessariamente dei ponti. Il posto giusto per mantenersi nella pace è Ragusa.

lo hanno dimostrato le migliaia di persone, di ogni età e razza, che hanno percorso questa mattina la Marcia per la Pace. Una iniziativa promossa dall’Istituto Comprensivo Vann’Antò in collaborazione con la Fondazione San Giovanni Battista e la Diocesi di Ragusa.

L’appuntamento si inserisce tra gli eventi del Festival delle Relazioni.

La piazza di partenza è quella di San Giovanni, ai piedi della cattedrale. Il cammino percorre le vie del centro storico, oggi più che mai crocevia di razze e culture diverse. I ponti sono i tre che attraversano la vallata Santa Domenica e che sono stati animati e colorati dai partecipanti all’iniziativa.

“Il mondo della scuola c’è – afferma il professore Rosario Pitrolo, preside dell’Istituto Vann’Antò–  e vuole dimostrarlo anche attraverso questi momenti. Sono grato alle scuole che hanno aderito all’iniziativa, alle autorità che sono intervenute, alle forze dell’ordine e a quanti hanno reso possibile questa mattinata indimenticabile”.

Tra volti, striscioni e tanti colori, spicca la riflessione del vescovo Paolo Urso. “Invito tutti – ha ricordato – a riflettere sul senso della marcia. Occorre farne una interiore per capire se nel proprio animo vi sono ostacoli al cammino della pace.  Una volta rimossi questi ostacoli è possibile camminare realmente al fianco dei nostri fratelli per costruire luoghi e momenti di pace”.

Tonino Solarino, presidente della Fondazione San Giovanni Battista non nasconde la propria emozione. “Ragusa – sottolinea – conferma ancora una volta la sua capacità di stupire attraverso momenti così partecipati e pieni di senso. Una città colorata da volti, bandiere, famiglie, striscioni. La nostra sarà una realtà umana o disumana  a seconda dai modi che troverà per relazionarsi con le differenze. È una sfida esistenziale ed educativa , non facile ma necessaria per custodire il futuro. La marcia di oggi dimostra che, soprattutto partendo dalle scuole, è possibile costruire un mondo migliore. E’ bellissimo vedersi accanto almeno 2500 persone che marciano insieme per la pace e per l’accoglienza. Credo che ripeteremo questa iniziativa cercando di coinvolgere ancora più persone e istituzioni”.

“Sono felice di vedere così tanta gente in questa piazza – aggiunge Federico Piccitto, sindaco di Ragusa – perché questa è l’immagine migliore della nostra città. Ragusa sa e vuole essere accogliente e sa bene che la pace è un valore che deve essere vissuto proprio a partire dai banchi di scuola”.

“Oggi – conclude Giovanna Criscione, dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale – è un momento di festa per la scuola iblea che dimostra di essere capace di proporre momenti educativi e di alta partecipazione civica”.

I ragazzi della scuola, coadiuvati da alcuni ospiti dei centri Sprar di Ragusa, hanno letto la poesia di Vann’Antò, “L’arcunuè”. Un omaggio alla nostra bandiera italiana vista come un luogo di salvezza e speranza. Il fatto che i versi del poeta siano stati declamati in siciliano, italiano, arabo, rumeno ed inglese ha donato al componimento una valenza davvero nuova e universale.

La marcia ha percorso via Roma ed il Ponte Nuovo dove  ha avuto luogo il primo flash mob:  i partecipanti hanno lasciato con un gessetto la propria impronta per dare maggiore forza al loro passaggio e fare memoria dell’evento, dunque piazza Libertà, via Pennavaria e il Ponte Vecchio. Da qui è possibile ammirare la bandiera della pace di oltre 70 metri che è stata posta lungo il Ponte San Vito e dedicarsi al secondo flash mob: nastrini colorati vengono legati all’inferriata del ponte.

L’arrivo è al punto di partenza: piazza san Giovanni. Ed è ancora una esplosione di colori, di danze e di abbracci. “Les tambourd d’Harmatan” hanno animato la marcia e dato il via alle danze in piazza.

Il centro storico è tornato vivo di tante vite. C’è da sperare che possa riaccadere spesso.

“Il Festival delle Relazioni – conclude Tonino Solarino – ha già promosso eventi che hanno dato emozione e lustro alla città. Oggi abbiamo vissuto un momento di speranza che ci ha fatto entrare nel vivo del Festival. Dal 17 al 20 giugno intendiamo dimostrare che Ragusa è il luogo del dialogo interreligioso. ”.

Prossimo appuntamento col Festival il 17 giugno  alle ore 18, presso la Camera di commercio dove si terrà il convegno “Integrare: una sfida difficile ma necessaria” con il presidente della Caritas Franco Montenegro, il prefetto Mario Morcone, la direttrice dello Sprar Daniela Di Capua. A seguire, alle ore 21 in Cattedrale l’atteso concerto del Maestro Roberto Cacciapaglia “Cammino stellare”.

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it