SPIAGGE INDIFESE: PRESENTATO NEI GIORNI SCORSI UN DOSSIER DI LEGAMBIENTE

Un dossier, realizzato da Legambiente Nazionale, analizza e studia il problema dell’erosione costiera in Italia, puntando l’attenzione sulla Provincia di Ragusa, in particolare sulla fascia costiera della riserva naturale del Fiume Irminio, in territorio di Scicli e sul progetto definitivo per le opere di tutela della fascia costiera di Santa Maria del Focallo, fortemente colpite da questo problema.

Il dossier verrà discusso ed analizzato nel corso del Convegno Nazionale del 5 Giugno, che si terrà nella città di San Benedetto del Tronto (AP), presso il Centro Congressi Calabresi ed avrà come tema “Erosione costiera: difesa, adattamento o arretramento?”.

“In questi ultimi anni” – si legge nel documento – “abbiamo assistito ad un “fiorire” di progetti di ripascimento e di antropizzazione della costa ragusana attraverso pennelli e barriere, di dubbia utilità e peraltro vietati dal Piano Paesaggistico della Provincia di Ragusa che all’articolo 36 esclude la possibilità di realizzare interventi come pennelli o barriere rigide lungo il litorale. Si tratta di progetti che hanno come denominatore comune la “supposta” risoluzione di una problematica locale, indipendentemente se la realizzazione di un dato progetto in una porzione di litorale possa causare un danno nel tratto immediatamente adiacente. Un effetto di “spostamento del problema” comune a tutte le opere di difesa rigida (pennelli e barriere) e che ne costituisce la principale controindicazione, insieme all’elevato impatto ambientale dovuto all’inserimento di materiali lapidei in una spiaggia sabbiosa, che ne stravolge completamente l’assetto”.

“A supporto di questi progetti” – continua Legambiente – “viene adottata sempre la stessa strategia: qualche articolo sul giornale di quant’è cattivo il mare che si “rosica le nostre coste” e grandi progetti presentati come l’unica possibilità di difesa del litorale. La popolazione, purtroppo, anche perché la tematica non è certo semplice da affrontare, accetta quanto le varie Amministrazioni propinano. Eppure basterebbe una maggiore sensibilità ambientale per capire che antropizzare il mare è qualcosa che alla fine si ritorcerà contro. Ma soprattutto deve essere chiaro che, nell’ambito delle progettazioni, si può anche scegliere una strada alternativa”.

Per quanto riguarda il progetto definitivo per le opere di tutela della fascia costiera di Santa Maria del Focallo, il documento affronta la questione proponendo una soluzione misurata, con una notevole riduzione dei costi.

“Nonostante gli espressi divieti del Piano Paesaggistico” – spiega Legambiente nel documento – “il Progetto Definitivo Generale per le opere di tutela della fascia costiera di S. Maria del Focallo prevede la realizzazione di 13 pennelli obliqui alla costa che, partendo dalla spiaggia si addentrano in mare di cui 9 dei quali per 80 metri con alla base una larghezza di 14,50 metri e nella parte superiore una larghezza di 7,5 metri (quindi vere e proprie scogliere artificiali che alterano significativamente la morfologia della costa con l’ obiettivo proprio di alterare le correnti costiere in modo che queste ultime non asportino la sabbia). Il progetto di Ispica prevede di utilizzare sabbie provenienti da una cava sottomarina sita a Termini Imerese, in provincia di Palermo, all’altro estremo della Sicilia. Questo comporta un evidente notevole costo, che tra l’altro giustifica la necessità di effettuare i pennelli e le barriere soffolte, per evitare che tale prezioso, e costoso, sedimento venga portato via dalle correnti marine e dalle mareggiate. Questa scelta progettuale è stata fatta nonostante lungo la fascia costiera iblea siano presenti evidenti e significativi accumuli di sabbia, tra cui anche nell’area di pertinenza del Porto di Pozzallo, estremamente vicina all’area dell’intervento. Il reperimento del materiale in loco permetterebbe di avere notevoli e significativi risparmi sul trasporto delle sabbie (poche decine di chilometri a fronte di centinaia di chilometri e quindi circa 300.000 € sui 450.000 previsti per il ripascimento) ed inoltre renderebbe meno necessario (se non inutile) l’insieme di pennelli e barriere sommerse. Verrebbe a crollare praticamente tutto l’impianto progettuale (prelievo di sabbie a Termini Imerese e barriere e pennelli si giustificano a vicenda), con conseguente significativa riduzione dei costi”.

“Per il Progetto di Ripascimento Morbido della fascia costiera di S. Maria del Focallo sono già stati spesi circa 900.000 euro per progettazione, indagini varie e analisi, ma a tutt’ora non sono state soddisfatte le prescrizioni previste. Inoltre pur trattando la stessa problematica ed aree di intervento poco dissimili, i progetti di Ispica e Arizza-Spinasanta (Scicli) presentano notevoli diversità nella fase analitica, nella fase previsionale e nella fase realizzativa, con quadri economici fortemente diversi: 15.700.000 euro il progetto generale di Ispica,1.500.000 il progetto di Scicli)”.

 

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