AUTOSTRADA PALERMO-CATANIA. E LA FERROVIA?

Ero passato pochi minuti prima del cedimento dei piloni, come faccio ogni settimana, e la prima reazione è stata di ringraziare il Signore per lo scampato pericolo corso dalle migliaia di siciliani che percorrono tutti i giorni l’autostrada, unico collegamento fra le due Sicilie: poteva essere una strage!
L’altra reazione è la rabbia, che ormai accomuna tutti, per il susseguirsi di eventi catastrofici, tutti prevedibili e gestibili o provocati da (ir)responsabili.
E ora? Le prime dichiarazioni dei tecnici parlano di anni, forse 10, per il ripristino.
Torniamo indietro cioè di almeno un cinquantennio, quando l’autostrada non c’era e per andare a Palermo ci volevano 5 ore, più di quanto ci vuole per andare da Salerno a Milano, o da Marsiglia a Bruxelles via Parigi, o da Siviglia a Barcellona via Madrid!
Si, perché nel frattempo dovunque si sono costruite anche le ferrovie ad alta velocità, che in Sicilia significherebbe un’ora fra Catania e Palermo, le uniche aree da un milione di abitanti in Europa rimaste prive di un collegamento moderno, anche se fa parte sulla carta del Corridoio europeo Scandinavia-Mediterraneo, che si sta realizzando tutto fuorché qui.
Significherebbe anche risparmiare carburanti, inquinamento, stress e le decine di morti e centinaia di feriti che quell’autostrada sconnessa e mal assistita ha fatto ogni anno.
Certo, va ripristinata al più presto, sia pure con percorsi alternativi resi praticabili con lavori immediati (v. Protezione civile e Genio militare), ma ancor più urgentemente va ammodernata la ferrovia ottocentesca, reinserendola subito fra le “Top Thirty” appena annunciate dal Governo, che ancora una volta non la comprendono.
Da un lato le frane, dall’altra la mancata realizzazione del ponte sullo stretto : non resta che scappare dal mare, come fanno i disperati dell’altra sponda!
Catania e la regione orientale sono infatti le più danneggiate e non ne possono più dell’anacronistico, soffocante e inefficiente accentramento regionale, che le costringe a dipendere da un Ente divenuto inutile e dannoso.
L’unica speranza è che la frana sancisca definitivamente la divisione delle due Sicilie e la creazione, prima che crolli tutto come sta avvenendo, di due Province Autonome, secondo il modello di successo trentino-altoatesino. Così, finalmente, “tutti a casa”!

Francesco Attaguile,
presidente di HUB-Siciliainternazionale

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it