DALLE GARANZIE OCCUPAZIONALI AI FINANZIAMENTI EUROPEI

Siamo alle solite. Come ogni anno, i lavoratori dei Consorzi di Bonifica sono costretti ad affrontare con ansia le solite preoccupazioni legate all’attività politica che ruota intorno alla macchinosa e complessa burocrazia siciliana che, anche questa volta, rischia di non smentirsi.

 

Lo scenario attuale non è certamente dei più felici e i ritardi della politica hanno già dato il via al classico effetto domino che parte dall’attività lavorativa e crea danni e disagi anche sull’attività irrigua, sull’agricoltura e su tutto il suo indotto. Quella in seno ai Consorzi di Bonifica è una situazione complessa nella sua interezza: dall’inizio dell’anno, i lavoratori a tempo indeterminato non percepiscono alcun salario, mentre gli avventizi continuano a sperare di poter tornare presto alla loro attività, grazie al rinnovo delle garanzie occupazionali che, finora, non sono state approvate.

 

Recentemente, in Commissione Bilancio e Finanza, il Governo Regionale si è rifiutato di avviare i lavoratori delle fasce di garanzia occupazionale (centocinquantunisti, centunisti e cinquantunisti), nonostante la presenza di ben due perizie già pronte, il cui utilizzo sarebbe ben giustificato. Uno stop incomprensibile, considerando la necessità e l’urgenza di avviare i lavoratori nel più breve tempo possibile, con l’obiettivo di dare il via alle prime opere di manutenzione.

 

Nel corso di un recente incontro tra la Segreteria Provinciale di Conf.Lavoratori e l’Assessorato all’Agricoltura è emersa la volontà politica del rinnovo delle garanzie occupazionali entro il prossimo 30 aprile. Tuttavia, rimangono inalterati tanti dubbi sul futuro dell’Ente, considerando che nella nuova Finanziaria si parla di una riduzione del contributo regionale ai Consorzi di Bonifica, prevedendo un azzeramento previsto per il 2020, limitando le attività dei Consorzi principalmente ai finanziamenti europei in materia di attività di prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico, sulla scia della struttura di missione ideata da Palazzo Chigi, che prende il nome di #ItaliaSicura, avente come obiettivo l’avvio di oltre tremila cantieri per 4 miliardi di euro in tutte le regioni d’Italia, del quale però non si ha ancora nulla in maniera tangibile.

 

La Segreteria Provinciale di Conf.Lavoratori è costantemente a lavoro per monitorare la situazione e, altresì, auspica una rapida soluzione della vicenda occupazionale, riservandosi – qualora le attese non vengano rispettate – di intraprendere tutte le azioni possibili per l’avvio delle attività lavorative.

 

 

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