TRIVELLAZIONI PETROLIFERE: LEGAMBIENTE RICORRE AL TAR CONTRO I PARERI PAESAGGISTICI DELLA SOPRINTENDENZA DI RAGUSA

Nei giorni scorsi Legambiente Sicilia ha presentato un ricorso al TAR per opporsi all’autorizzazione paesaggistica rilasciata dalla Soprintendenza di Ragusa ad una società petrolifera finalizzata alla trivellazione in un’area prossima al fiume Irminio. Ciò si è reso necessario per contrastare la sistematica non appicazione, da parte della Soprintendente di Ragusa, del piano paesaggistico che in quella zona fa divieto di realizzare attività produttive industriali qual è, per legge, la ricerca e la coltivazione di idrocarburi.

Il ricorso di Legambiente si è reso necessario anche per il mancato intervento del Comune di Ragusa di fronte al giudice amministrativo, atto che l’associazione ambientalista si sarebbe aspettato come ‘naturale’ conseguenza, dopo i ben due ricorsi al TAR della stessa amministrazione comunale contro il progetto offshore ibleo rappresentato da tre piattaforme per l’estrazione di idrocarburi di fronte alle coste di Licata: se è infatti indubbia l’importanza di salvaguardare il mare (anche quello licatese…) si ritiene ancora più evidente che l’amministrazione ragusana salvaguardi le falde idriche ed il paesaggio ragusano.

Il ricorso di Legambiente Sicilia avviene in una fase in cui il procedimento amministrativo è ancora aperto, considerato che ancora manca il rilascio della concessione edilizia da parte del comune di Ragusa. Visto che il Piano Regolatore Generale ammette la possibilità di concedere lo sfruttamento delle risorse naturali del suolo esclusivamente ad attività di natura artigianale, forma giuridica estranea al mondo dello sfruttamento del petrolio, ci aspettiamo un celere e deciso diniego alla richiesta della concessione edilizia. In caso contrario Legambiente si vedrà costretta ad impugnare anche l’atto del Comune di Ragusa.

Non si può infatti essere per la salvaguardia dell’ambiente ed il cambio del modello energetico del nostro territorio e contemporaneamente permettere a chicchessia di sforacchiarlo a suo piacimento.

 

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