RECENSIONE DEL FILM “SALVATORE GIULIANO”

Il film “Salvatore Giuliano”, diretto da Francesco Rosi e prodotto in Italia nel 1962, rappresenta il contesto storico della Sicilia tra 1943 e il 1950, mettendo in risalto i rapporti tra mafia, banditismo, politica e affrontando la vicenda del bandito Salvatore Giuliano, ritrovato morto a Castelvetrano il 5 luglio 1950. La prima scena del film infatti, è imperniata sul ritrovamento del cadavere di Giuliano. Tramite un flashback si vede Giuliano, che, già fuori legge per aver ucciso un carabiniere, costituisce una banda, formata da cittadini che, per denaro, affrontano conflitti a fuoco con soldati e carabinieri. Quando, però, la banda si scioglie, il bandito rimane isolato, riprendendo l’attività di fuorilegge. Uno degli avvenimenti più gravi rappresentato nel film è l’episodio di Portella della Ginestra, in cui, durante una manifestazione dei contadini, causata da movimenti politici,numerosi uomini, donne e bambini vengono uccisi dalla banda. Dopo tale strage, le autorità dichiarano guerra a Salvatore Giuliano e, giorno dopo giorno, catturano i suoi complici.

La polizia, in collaborazione con un pentito, riesce a convincere Gaspare Pisciotta a tradire il cognato Salvatore Giuliano. Costui si reca a casa del cognato, che comincia a sospettare qualcosa nei suoi confronti. Dopo una chiacchierata, Pisciotta, cogliendo Giuliano di sorpresa, lo uccide. La polizia, però, per non far cadere il sospetto sul suo collaboratore, trasporta il cadavere in un altro luogo e, dopo averlo posizionato, gli spara.  Si ritorna così alla scena iniziale. Nella parte finale del film Pisciotta confesserà di avere ucciso il cognato e, insieme agli altri imputati, verrà condannato. Infine, in carcere, Pisciotta, dopo aver affermato di voler rilasciare altre dichiarazioni, viene avvelenato.

Il film, molto valido, merita un giudizio positivo per diversi motivi.

Il regista utilizza Giuliano come punto di riferimento per esprimere al meglio la situazione politica , sociale ed economica della Sicilia di quell’epoca. Usando la tecnica del flashback, il regista ci riporta indietro nel tempo, ricostruendo gli avvenimenti che causano la morte del bandito. In questo modo rende più avvincente la ricostruzione dei fatti.

 

Recensione redatta da : Miriana Bonafede e Leonardo Muscolino

Classe IV C SIA

Istituto Tecnico Statale “Garibaldi” Marsala

Docente referente: Maria Rita Bellafiore

 

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