IN LIBRERIA IL SECONDO ROMANZO DEL GIORNALISTA ACCURSIO SOLDANO

In libreria il secondo romanzo dello scrittore e giornalista Accursio Soldano fresco vincitore del premio Buttitta. Il titolo “Aspettando Mister Wolf” (Graphofeel euro 12.00) fa il verso al famoso film di Quentin Tarantino dove il signor Wolf, impersonato da Harvey Keitel viene chiamato dal boss per risolvere i problemi degli amici in difficoltà. si è indecisi se patteggiare per il mafioso o per il giornalista che lo sta intervistando e ammettere che la mafia è soprattutto una condizione mentale, per cui, alla fine, siamo tutti, in qualche modo, mafiosi.

Il soggetto è semplice: un giornalista corrispondente di paese, uno di quelli che giornalmente devono sottostare alle decisioni della redazione centrale per la pubblicazione di un articolo, e che per poter vivere fanno due o tre lavori diversi, ha l’occasione della vita, il classico scoop: intervistare un mafioso che non si è mai pentito. Ma durante il colloquio, (che si svolge in carcere) mentre il mafioso tenta di giustificare le proprie azioni criminali asserendo che anche il patriarca Mosè ordinava stragi perché eseguiva gli ordini dal suo “capo”, il giornalista è costretto a riflettere sul suo ruolo all’interno del suo “quotidiano di riferimento”. Il secondo romanzo dello scrittore Accursio Soldano è un j’accuse al mondo del giornalismo e un vademecum su come si possa manipolare l’informazione partendo dalla scelta redazionale delle notizie da mandare in stampa e quelle considerate “non stampabili”. Con un passato quasi trentennale di collaborazioni con quotidiani e settimanali, Soldano, attraverso il personaggio del suo libro  ci svela i meccanismi che regolano una redazione giornalistica, la sua struttura verticistica dove nei gradini più alti non si arriva quasi mai per meriti acquisiti sul campo ma per scelte di proprietà e punta il dito su tutta quella letteratura sulla mafia, oggi presente negli scaffali delle librerie che ha trasformato un’organizzazione criminale in un genere letterario, e mafiosi in uomini di spettacolo degni di riempire pagine di libri con la storia delle loro vite criminali. “Ci sono due modi per comprare un libro -disse il mafioso- o si conosce l’autore o ci piace il titolo. Ecco, io sono il titolo, lei non è nessuno!”

Quando il mafioso paragona il suo mandamento e le sue regole a quelle di una redazione giornalistica (con direttore responsabile, redattore capo, redattori etc..) Aristotele Giordano (il giornalista) trova nell’intervista e nella nuova visione del suo ruolo di giornalista la sua occasione di rivalsa e vendetta verso quella redazione che fino al giorno prima avevano bocciato o corretto i suoi articoli. Un omaggio al “Manuale di giornalismo francese” che lo scrittore Heinrich Von Kleist scrisse nel lontano 1809.”Ciò che al popolo si dice tre volte, il popolo lo prende per vero”.

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