ZAGO SULLE POLEMICHE COMMISSARIAMENTO PROVINCIA DI RAGUSA

Con un comunicato ufficiale del primo marzo ho avuto modo di dire quello che penso sull’epilogo della vicenda che riguarda il rinvio delle elezioni per la Provincia Regionale di Ragusa.

Amarezza, delusione, rabbia – se si vuole – seppur presenti, non possono certo impedirci di capire quali importanti risultati si sono comunque conseguiti.

 

Mi permetto di riepilogare:

 

a)      L’estate scorsa apprendemmo dai media nazionali che, nell’ottica del contenimento dei costi della politica, le provincie in tutta Italia andavano soppresse;

b)      Successivamente si è passati al loro “mantenimento” trasformandole però in organismi con funzioni di solo coordinamento e ad elezione indiretta, cioè di secondo livello;

c)      In Sicilia, che per quanto Regione a statuto speciale fa parte sempre dell’Italia, alla fine si è pervenuti, sorvolo per sintesi svariati passaggi intermedi, al loro mantenimento non solo come organismo ad elezione diretta, da parte degli elettori, ma con funzioni rafforzate, nuove mansioni e compiti.

Per fare tutto questo si è riusciti a fare accantonare l’idea originale del Presidente della Regione Lombardo, ovvero sostituire le Province con liberi consorzi di Comuni, a svincolarsi dall’impostazione nazionale su cui comunque ancora la partita è aperta, e a trasformare un pericolo – l’abolizione delle province senza adeguate soluzioni per l’espletamento delle loro attività – in una opportunità – il loro rafforzamento e rilancio attraverso una rimodulazione dei compiti come ente locale periferico e ridimensionamento dei loro costi.

Ma per completare questo percorso legislativo, stante le lungaggini che caratterizzano l’attività dell’Assemblea Regionale, serve ancora tempo e quindi si è scelto di differire il voto dal 2012 al 2013 per evitare una consultazione elettorale costosa e di efficacia estremamente limitata.

 

Tutto bene, quindi, se non fosse che non si continua a capire perché al 2012 non si è potuti arrivare col prolungamento degli organismi democraticamente eletti – Presidente e Consiglio – ai quali è stato preferito il commissariamento.

Saranno ora i preannunciati ricorsi al Commissario dello Stato, che avrebbe lasciato intendere come la strada del prolungamento degli organismi fosse impraticabile, a farci sapere se ci saranno altri risvolti o se la partita si deve considerare definitivamente chiusa.

 

Se questo mio riepilogo è in qualche modo corretto, che c’entra adesso addossare ai parlamentari iblei la “colpa” di non essere riusciti ad ottenere il prolungamento? Che c’entra, e mi rivolgo al mio amico e compagno Gianni Battaglia, prendersela con il mio amico e compagno Pippo Digiacomo? Sul quale non si possono certo indirizzare i giudizi gratuiti, sbagliati, infondati, e per me incomprensibili, che pure il senatore Battaglia ha ritenuto di esprimere.

Perché la verità storica, gli atti parlamentari, comprese le presenze in commissione ed in aula, stanno a testimoniare come invece l’onorevole Digiacomo sia stato tra i protagonisti positivi della vicenda riguardante la Provincia, e come egli costituisca e rappresenti, assieme all’onorevole Roberto Ammatuna, un sicuro punto di riferimento per tutto il territorio e la comunità provinciali. Di questo, come partito, abbiamo orgogliosa consapevolezza e li ringraziamo, per quello che hanno fatto in questi 4 anni di legislatura e per quello che riusciranno ancora a fare in questo ultimo anno, tenendo  presente che i risultati che vengono conseguiti sono comunque sempre da contestualizzare nelle peculiarità e difficoltà della vicenda politica siciliana.

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