Vittoria ricorda Giovanni La Lota, soldato morto nell’eccidio di Cefalonia. La sua storia narrata da Lella Colombo

La storia di un giovane soldato, martire a Cefalonia. Aveva 25 anni Giovanni La Lota quando venne ucciso, insieme a 4000 commilitoni della Divisione Aqui, nell’isola greca occupata dai nazisti subito dopo l’armistizio del 1943.

Quando venne firmata la pace e la resa dell’Italia agli Alleati, la Divisione Aqui, di stanza a Cefalonia, con il comandante il generale Antonio Gandin, rifiutò di arrendersi ai tedeschi che avevano la loro base nella vicina isola di Corfù. Dopo alcuni giorni di combattimento, allo stremo delle forze, gli italiani si arresero e vennero passati per le armi. Non si conosce il numero esatto dei morti. Il numero ufficiale è di 4000, ma potrebbero essere stati anche di più.

Giovanni La Lota, ultimo di undici figli. Voleva diventare sacerdote, ma morì martire a Cefalonia

Giovanni La Lota era tra questi. La storia del giovane soldato vittoriese è stata ricostruita da una sua cugina di terzo grado, la professoressa Lella Colombo. Da sempre appassionata di cultura e di storia locale, Lella Colombo ha preso le mosse da alcune foto ritrovate in casa di un’anziana zia.

“La storia di questo soldato ha significato molto per la mia famiglia, ma anche per la città di Vittoria. Quando la salma tornò a Vittoria, nel 1955, una grande folla di persone era ad attenderlo alla stazione ferroviaria e il corteo che si formò dalla stazione fino alla Chiesa Madre di San Giovanni battista, testimonia dell’affetto che tutti i parenti e tutta la città, aveva verso questo giovane martire di Cefalonia. Le salme dei soldati morti a Cefalonia e seppelliti nelle fosse comuni rientrarono a Bari nel 1953. La madre di Giovanni Paola Micieli, volle che il figlio facesse ritorno a Vittoria e così fu: la salma di Giovanni arrivò a Vittoria il 25 aprile 1954. Le foto del tempo riprendono questa donna, vestita di nero, che camminava dietro alla piccola cassetta che conteneva i resti del figlio. E dietro a lei c’ertano migliaia di persone. La salma arrivò a san Giovanni e poi in piazza del Popolo”.

Il rientro della salma a Vittoria nel 1954. Una grande folla lo attendeva alla stazione

Lella Colombo ha anche ritrovato le immagini dell’Istituto Luce che raccontano il rientro delle salme da Cefalonia e l’approdo al porto di Bari, accolte da tutte le autorità. “Giovanni – racconta ancora Lella Colombo – aveva portato con se una grande foto di famiglia. Quando era sotto le armi, realizzò alcuni fotomontaggi, che lo ritraevano, con la divisa. In questo modo, egli ha realizzato un vero e proprio album fotografico, dei quadri familiari commoventi, che ha spedito sotto forma di cartolina alla madre, alla sorella e agli altri familiari. Io ho ritrovato queste foto, custodite da un’anziana zia, e mi sono commossa. Dai parenti e da mio padre, legatissimo a questo suo secondo cugino, avevo appreso la storia di questo giovane, dello “zio-soldato”. Era l’ultimo di undici figli, otto dei quali morti poco dopo la nascita o per malattia. Avrebbe voluto diventare sacerdote, ma la madre, attaccatissima a lui, che non voleva perderlo, disse “no”. Egli obbedì e aiutò il padre nei campi. Quando scoppiò la guerra, venne chiamato sotto le armi. La madre, dopo la sua morte, ha vissuto a lungo con il rimorso e il senso di colpa per aver ostacolato la sua vocazione, che forse gli avrebbe salvato la vita perché la sua sarebbe stata una storia diversa”.

Ottant’anni dopo l’eccidio di Cefalonia, settant’anni dopo il rientro della salma di Giovanni La Lota a Vittoria, la sua storia, ricostruita da Lella Colombo, è stata presentata nei giorni scorsi, alla Sala delle Capriate Gianni Molè. Uno studente, Flavio Sciortino, ha dato voce a Giovanni la Lota e ad alcuni brani delle sue lettere.

Il pomeriggio culturale, alla presenza dell’assessore Paolo Monello, ha permesso di ricostruire e ridonare un pezzo importante della storia di Vittoria. Erano presenti numerosi componenti e discendenti della sua famiglia, componenti oggi delle famiglie La Lota, Cavallo e Colombo.

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