VITTORIA (RG): PALAZZO RICCA. UN PATRIMONIO A RISCHIO

“”Risale al 1700 ma, quasi certamente, la parte più antica è preesistente ; …” è molto interessante il salone principale, con le pareti decorate e i magnifici divani, finito, due anni fa, sulla copertina degli elenchi telefonici”. Il soffitto, con scene della dea Diana che fa il bagno con Apollo, è stato decorato dal messinese Giordano. Alcuni pregevoli pavimenti in ceramica, gli arredi in stile neo classico, la cappella del 1817, autorizzata con documento autografo del Papa Pio VII, sono solo alcuni degli elementi salienti di questo splendido monumento”. L’esterno del palazzo è sobrio, il portone d’ingresso è completato da due colonne, nell’atrio d’ingresso vi è la nicchia dove veniva custodita l’urna” utilizzata il Venerdì Santo per il trasporto del Cristo morto, oggi custodita dalla congregazione mentre, al primo piano, vi è uno splendido giardino pensile se non unico, sicuramente, primo esempio. La storia di questa città si intreccia con quella di questa famiglia, giunta a Vittoria da Palermo più di tre secoli fa. Il Palazzo ne conserva la memoria. Una memoria che Maria Ricca ha custodito con tenacia ed abnegazione e che vuole conservare, a tutti i costi, per le generazioni future”.

Il costo la famiglia Ricca lo ha pagato due volte: cedendo il palazzo al Comune e vedendolo in stato di abbandono assoluto e, varie volte, oggetto inevitabile di attenzione di vandali che hanno devastato e sottratto elementi importantissimi dagli interni.

La scelta di acquistare e metterlo in condizioni perché la città ne fruisse è stata una scelta illuminata e dettata da un’unica esigenza, quella di non disperdere un bene patrimoniale significativo e importante per la città e il giusto riconoscimento alla famiglia Ricca.

L’acquisto del palazzo è stato fortemente voluto dal sindaco Aiello e chi avrebbe dovuto recuperare, ristrutturare e impiegare il bene verso molteplici attività socio-culturali? L’attuale sindaco, Nicosia.

Questo è l’amaro destino della cosa pubblica! Aiello, ha acquistato non a titolo personale ma per rendere un pezzo di storia della città di pubblica utilità. Se questo non va bene al sindaco subentrato, perchè porta la firma Aiello, si blocca tutto. Peccato ad essere così miopi e, intanto, un grande patrimonio va alla malora!!!

Se fosse stato Enzo Bianco ad acquistarlo forse si sarebbe prestata più attenzione. Comunque si rigiri la frittata, è un bene comunale, è stato speso denaro pubblico.

Non voglio entrare nel merito del progetto o dei progetti come qualcuno sostiene, non li conosco. Non oso immaginare le condizioni interne dei luoghi; se avessi voluto ci sarei entrato e me ne sarei reso conto ma vi assicuro che l’assoluta mancanza di manutenzione ordinaria e di salvaguardia non può non avere che peggiorato le condizioni generali del bene. Il mio ricordo è vivissimo e risale al 10 settembre 2003 giorno in cui venne tenuta una conferenza stampa, proprio a palazzo Ricca, in occasione della presentazione del movimento Liberi con gli amici Pippo Spalla, Alfonso La Marmora, Salvatore La Marmora, Angelo e Gaetano Spina, Ernesto Barone, Dely Denaro, Maria Ricca, per citarne alcuni, e tanti altri. Il luogo rese, quasi, magicamente solenne una normalissima conferenza stampa. Lo splendido salone la fece da protagonista tant’è che Francesca Cabibbo, presente come inviata del GdS, diede si la notizia sul “movimento” ma non potè non dedicare un pezzo al Palazzo Ricca.

Bene, in conclusione, in attesa dei finanziamenti, sempre che i progetti ci siano, credo sia doveroso non indugiare per la chiusura (adeguata e dignitosa) degli infissi, tutti, dalla via Bixio alla via Carlo Alberto passando per la via Marsala, aperti da anni e divelti, recidere il verde spontaneo che fuoriesce dalle mura e vedere di assicurare la ringhiera che delimita il giardino pensile.

Sarebbe il massimo se poi, qualcuno, ci desse delle informazioni sull’iter dei progetti.

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