VITTORIA: IL CONSIGLIO COMUNALE SI SPACCA SULL’ART. 15

Riferendosi alla seduta consiliare svoltasi ieri sera, l’assessore alle Riforme statutarie, Piero Gurrieri, ha dichiarato che “ieri il Consiglio comunale ha proseguito l’esame dello Statuto, procedendo all’approvazione di numerosi articoli, tra cui l’art. 15 sul referendum consultivo e su quello propositivo; in una prima fase, il dibattito ha fatto registrare la convergente volontà dei gruppi consiliari, che ha condotto all’approvazione di numerosi emendamenti presentati anche da gruppi consiliari di minoranza, diretti a enfatizzare la partecipazione dei cittadini alla vita delle pubbliche istituzioni, riducendo a duemila le sottoscrizioni necessarie per l’indizione dei referendum e portando il quorum necessario per la validità dei medesimi dall’originario 50 per cento ad appena il 20 per cento. Il tutto in un clima bipartisan, connaturato all’istituto statutario. Successivamente, il consigliere Giovanni Moscato ha presentato un emendamento diretto all’introduzione del referendum abrogativo di provvedimenti comunali, emendamento respinto a maggioranza. Molti consiglieri di minoranza hanno, a questo punto, abbandonato l’aula mentre, alla votazione finale, alcuni consiglieri si sono pronunciati sfavorevolmente rispetto all’intero art. 15. Questo atteggiamento dei gruppi di minoranza, che hanno respinto l’art. 15 nel suo insieme per protestare, con toni peraltro gratuitamente lesivi della libertà di espressione dei consiglieri dei gruppi di maggioranza, risulta del tutto inspiegabile. Essi, lamentando il mancato sostegno alla proposta di introduzione del referendum abrogativo, hanno commesso un evidente errore, in quanto, come confermato dal segretario generale, la possibilità di abrogare atti di giunta o di consiglio era già stata consentita dall’introduzione del referendum propositivo, che può riguardare sia l’introduzione di un atto che disciplini una materia precedentemente mai regolata, come anche l’introduzione di una disciplina difforme da un’altra già regolata, comportando automaticamente l’abrogazione di quest’ultima, esattamente come accade nel caso della successione di norme di legge tra loro incompatibili. Non è infatti un caso che i pochi Statuti che prevedono il referendum abrogativo non prevedano quello propositivo, perché nel secondo è contenuto anche il primo e la coesistenza dei due istituti sarebbe del tutto priva di senso. Fermo restando che le decisioni sullo Statuto fanno capo al consiglio comunale, e che l’amministrazione, come ho detto in consiglio, non ha alcuna propria volontà, su questa ed altre disposizioni, da sovrapporre a quella consiliare, ho ritenuto di intervenire in quanto i toni e i termini usati nei confronti dei consiglieri di maggioranza, che correttamente si sono accorti dell’errore esistente nella proposta formulata da Moscato (cioè l’introduzione del referendum abrogativo) hanno purtroppo trasceso la normale dialettica che deve sussistere tra i gruppi che, a partire da quelli di maggioranza, hanno dimostrato di tenere ai principi di democrazia locale e di partecipazione, in alcuni casi facendo propri emendamenti presentati dai gruppi di minoranza. In ogni caso,mi auguro che si sia trattato di un semplice, per quanto censurabile, incidente di percorso e che, nell’interesse della città, possa essere celermente e fin dalla prossima seduta, ripristinato quel clima d’intesa che ha fin qui distinto positivamente i lavori consiliari”.

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