VILLAGGIO SOS “NOSTRA SIGNORA D’EUROPA”

Innanzitutto due parole sul fondatore del SOS Kindersdorf (Villaggio del Fanciullo) International dove l’acronimo SOS sta per Società Solidale.

Hermann Gmainer, nacque in Austria  ad Alberschwende il 23 giugno 1919 e morì a Innsbruck il 26 aprile  1986. Figlio di contadini, rimase orfano della madre a cinque anni e  fu allevato dalla sorella maggiore, Elsa. Dopo la scuola dell’obbligo vinse una borsa di studio per continuare a studiare lettere.

Durante la II Guerra Mondiale, si trovò sul fronte russo. Tornato in patria si rese conto delle terribile situazione e solitudine degli orfani rimasti anche senza casa a causa del conflitto. All’inizio ospitò a casa sua qualcuno di questi bambini e si adoperò presso amici perché ne ospitassero anche loro. La sua opinione, riguardo la felicità infantile, era quella di dare un senso di famiglia e di casa. Creò quindi il primo Villaggio SOS a Imst in Tirolo.

L’idea era di creare una struttura tale che  arrivasse ad essere simile a quella di una famiglia. Il villaggio quindi, formato da casette, con una ‘mamma SOS’ fino a otto, dieci bambini, che diventavano ‘fratelli SOS’. Zie, per sostituire la ‘mamma’ in caso di assenza o malattia. Questa grande intuizione, si è poi sviluppata sempre di più fino a essere attualmente presente in ben 132 Paesi.

In Italia il primo Villaggio SOS, intitolato a “Nostra Signora d’Europa”, è sorto a Trento ed è stato inaugurato il 24 luglio del 1963, nel parco di Gocciadoro, a sud della città, da Hermann Gmainer,  di un gruppo di volontari trentini e per il volere dell’allora sindaco che dette in comodato i terreni.

 Inizialmente erano state attivate tre casette. Attualmente  il villaggio ne conta dieci e accolgono ognuna fino a cinque o sei bambini, che all’arrivo non superano i dieci anni. Ogni casa è gestita da un’educatrice residenziale con funzioni di genitore e supportata da due educatori. I bambini frequentano le scuole pubbliche della città.

Per gli adolescenti è stata creata una comunità all’esterno  del Villaggio e accoglie fino a sette ragazzi, di età superiore ai quattordici anni. È gestita da una equipe composta da un’assistente familiare e cinque educatori, di cui uno è coordinatore.

Un’altra opportunità è un servizio dedicato ai  ragazzi ormai maggiorenni, autonomi, ma non ancora autosufficienti dal punto di vista economico. Si tratta di  tre appartamenti che accoglie fino a tre ragazzi cresciuti all’interno del Villaggio SOS o della Casa del Giovane. Il Villaggio SOS attiva anche, presso una struttura  protetta, degli interventi a favore di ragazzi accolti a suo tempo nel Villaggio SOS e che si trovano  nuovamente in una temporanea situazione di precarietà.

Le regole di accoglienza sono  codificate in maniera tale, che il minore  che viene accolto,  possa trovare un clima affettivo  sano e costruttivo. Molti ragazzi attraverso l’esperienza del villaggio rientrano in società come cittadini concreti, sereni e costruttivi. Il Villaggio SOS si avvale di personale qualificato per aiutare  e sostenere gli educatori nel difficile compito di rasserenare gli ospiti che sono spesso traumatizzati e incapaci di fidarsi dell’adulto.

Hermann Gmainer, cui è oggi intitolata la via per giungere al Villaggio SOS attraverso il parco, ha avuto un’intuizione da grande educatore. I cinquant’anni, anzi il ‘Giubileo’ del Villaggio SOS, è un magnifico traguardo.

 

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