Via Anfuso, un problema che persiste da anni

Riceviamo e pubblichiamo questa lettera pervenuta in redazione da parte di un lettore:

“Ill.mo Direttore, le scrivo queste poche righe per ricordarle quanto le avevo accennato l’ultima volta che ci siamo incontrati e precisamente il problema della strettoia, dovuta agli scavi archeologici, che insiste su Via Sen. F. Anfuso dove attualmente risiedo.

Andando indietro nel tempo, e  precisamente a qualche anno fa quando precedenti assessori ai lavori pubblici hanno confermato che tali lavori dipendono solo ed esclusivamente dal Comune in quanto la Sovrintendenza ha autorizzato la creazione di una struttura carrabile a giorno che possa riattivare l’intera carreggiata e nel contempo conservare integri lo stato dei luoghi.

Aggiungo che nell’estate 2008 ho parlato personalmente con il Sindaco Dipasquale e mi aveva assicurato che a Settembre – Ottobre di quell’anno si sarebbe occupato della questione risolvendo in tempi brevi il problema.

Ad oggi i fatti sono:

1)      la strettoia è ancora lì, in stato sempre più di abbandono con alberi selvatici che fanno bella mostra, senza possibilità di apprezzare gli “Splendidi reperti archeologici” da parte dei numerosi turisti che affollano Via Anfuso, e con i vari incidenti che si susseguono sia per la scarsa segnaletica sia per la pericolosità dei luoghi;

2)      Il Sindaco Dipasquale si vanta e si riempie la bocca di tutti i lavori pubblici e di tutte le cose che sono state fatte a Ragusa, vedi Consiglio comunale di qualche giorno fa, dove erano richiesti milioni di euro per ogni opera, e non è riuscito ad occuparsi di un lavoro così banale e di poca spesa, ma che risolva un problema decennale su un’arteria che è diventata trafficatissima con l’apertura del prolungamento del Viale dei Platani qualche anno fa, ed ultimamente della bretella di Via Mariano Rumor.

Carissimo Direttore, è forse il caso che tramite al suo giornale telematico e grazie al suo savoir faire si dia uno scossone all’amministrazione attuale su questa grande incompiuta da quattro soldi.

Ci conto e ci contano i residenti di Via Sen. F. Anfuso”.                                                       

                                                                                                                                      LETTERA FIRMATA

 

 

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