Vent’anni senza scatti di carriera né adeguamenti salariali: dipendenti CoRFiLaC in stato di agitazione

Dopo vent’anni di lavoro senza progressioni economiche o di carriera, i dipendenti del CoRFiLaC – il Consorzio di Ricerca della Filiera Lattiero-Casearia e dell’Agroalimentare – dicono basta. Le organizzazioni sindacali FLAI CGIL, UIL FPL e CSA hanno proclamato lo stato di agitazione del personale e, attraverso una nota inviata al Prefetto di Ragusa e per conoscenza alle principali istituzioni regionali e locali, chiedono un confronto urgente per risolvere una situazione definita “penalizzante e ormai insostenibile”.

La vertenza nasce dal mancato adeguamento contrattuale dei circa 30 dipendenti in forza al Consorzio. Attualmente, il loro rapporto di lavoro è regolato da un contratto locale stipulato circa vent’anni fa, che secondo i sindacati è ormai completamente anacronistico e disallineato rispetto agli standard nazionali. I lavoratori, denunciano i rappresentanti sindacali, non hanno mai ricevuto aumenti retributivi, scatti di anzianità né progressioni professionali. In molti casi, gli stipendi si aggirano ancora oggi tra i 1.100 e i 1.200 euro netti al mese, senza variazioni da due decenni.

In questo contesto, i sindacati avevano avanzato otto mesi fa una proposta formale per adottare il Contratto Collettivo Nazionale “Istruzione e Ricerca”, che si adatterebbe meglio alla natura dell’ente, alla sua funzione pubblica e agli inquadramenti esistenti dei dipendenti. Ma da allora, secondo quanto denunciato, si è registrato solo silenzio e rinvii. Il Consiglio Direttivo del CoRFiLaC, infatti, avrebbe evitato un confronto tecnico sulla proposta, limitandosi ad ipotizzare un semplice aumento economico sull’attuale contratto, considerato “inadeguato e superato”.

Una posizione che ha esasperato le rappresentanze sindacali, anche alla luce del fatto che la Regione Siciliana ha aumentato di oltre 380 mila euro annui il contributo destinato al CoRFiLaC per il triennio 2025-2027. Una disponibilità economica che, secondo le sigle sindacali, potrebbe finalmente consentire l’adeguamento dei contratti al CCNL nazionale, garantendo dignità e prospettive ai lavoratori.

Da qui la decisione di chiedere l’intervento del Prefetto, con la convocazione di un tavolo istituzionale a cui prendano parte anche il Comune di Ragusa e l’Università di Catania, soci del Consorzio, affinché si possa finalmente riaprire un confronto serio. L’obiettivo è chiaro: rimettere mano alla contrattazione, superare un modello inadeguato e restituire ai lavoratori condizioni economiche e normative dignitose.

Lo stato di agitazione è ufficialmente in corso. Se il dialogo non verrà riavviato nelle sedi opportune, non si escludono ulteriori forme di mobilitazione.

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