UTOPIE

Impantanati come siamo nella melma delle beghe di partito  e delle contrapposizioni fra esponenti di partito, equivale a una settimana di riposo in un centro benessere delle montagne austriache leggere il rapporto pubblicato, negli Stati Uniti, dal Partito Repubblicano che, come si ricorderà è uscito sconfitto dalle elezioni presidenziali del novembre scorso.

Il rapporto, Growth and opportunity project, dopo soli due mesi dall’insediamento di Obama, prende in considerazione I motivi della sconfitta elettorale, analizzandone le cause e ammettendo, sostanzialmente, le critiche e i rilievi mossi dai democratici agli avversari. Una analisi autocritica che, al di là dei contenuti politici, mostra un volto dell’America che dovrebbe far riflettere un popolo come il nostro.

Immaginate, per un attimo, se in Italia lo scambio di insulti e accuse fra i contendenti politici non si limitasse alle espressioni verbali e alle dichiarazioni sui giornali ma fosse, addirittura, raccolto in una pubblicazione ! Meglio non pensarci.

Nel corso dell’ultima campagna elettorale per le presidenziali degli Stati Uniti, i democratici mossero critiche circostanziate e severe ai repubblicani: dissero che si disinteressavano delle minoranze, erano intolleranti con gli omosessuali, non prestavano la giusta importanza alla scienza mentre coltivavano il mito della ricchezza personale.

La risposta è una ammissione degli errori, sintetizzati nella consapevolezza di essersi rivolti ad una platea ristretta di elettori, bianchi, ricchi, legati al passato, senza riuscire a sfruttare le conseguenze della grave crisi finanziaria del paese.

Il rapporto prende in considerazione anche il netto calo di consensi, comunque contenuto dalle pratiche, del tutto legali, in uso in America, di ridisegnare i confini dei collegi elettorali per favorire i candidati di un partito, procedure che hanno permesso ai repubblicani di ottenere, sia pure di stretta misura, la maggioranza alla Camera. Ma in America non sono volati insulti, nessuno si è strappato i capelli, quella è la legge e tutti, correttamente, si adeguano, senza cadute di stile e piagnistei capricciosi.

L’analisi degli errori lascia interdetti per la lucidità e l’indipendenza di pensiero che sarebbero da noi sconosciute.

Si ammette la poca considerazione rivolta alle minoranze, principalmente  quella ispanica, che hanno percepito il rifiuto dei repubblicani per la loro presenza sul territorio statunitense, mettendo in relazione l’errore di valutazione con la percentuale dei consensi del rivale Obama che è riuscito a raccogliere l’80% dei consensi delle minoranze.

Anche la posizione sui matrimoni omosessuali ha influito negativamente, non tanto in termini strettamente numerici dei consensi dei gay, quanto, piuttosto, perché le rigide posizioni conservatrici hanno impressionato di più alcune fasce moderate di soggetti eterosessuali.

Altra considerazione viene elaborata sulla resistenza a ogni voce di dissenso che ha fatto perdere ai repubblicani la capacità di dialogo con quanti non sono d’accordo su alcune problematiche di interesse comune.

E’ stato preso in considerazione anche il differente appeal che avrebbero mostrato alcuni governatori repubblicani eletti, nei confronti di colleghi che, invece, hanno riscosso minore popolarità per le posizioni più intrasigenti.

Autocritica infine, anche se sol allo stato teorico, sulla consapevolezza che il loro è il partito dei ricchi, che mostrano facoltosi amministratori che dovrebbero ricevere consensi da gente che, da anni, non riceve un aumento di pensione o di stipendio.

Tutto un altro mondo !

C.P.

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