Università bandita: Il Gip revoca le misure interdittive ad Uccio Barone ed altri sei professori.

 Quadro cautelare mutato dopo le elezioni del nuovo rettore e di alcuni direttori di dipartimento dell’Ateneo di Catania.
È questo il presupposto che ha portato alla revoca della misura interdittiva nei confronti di sette prof coinvolti nell’inchiesta della Digos ‘Università Bandita’. Il Gip Carlo Cannella, accogliendo le istanze dei difensori, ha revocato l’ordinanza della sospensione dell’esercizio di un pubblico ufficio nei confronti di Giacomo Pignataro, Filippo Drago, Giuseppe Sessa, Giuseppe Barone, Giovanni Gallo, Michela Maria Bernadetta Cavallaro e Carmelo Monaco. Diversa, invece, la valutazione del giudice  per l’ex rettore Francesco Basile. Il rigetto dell’istanza è dovuto alla violazione di alcune prescrizioni della misura interdittiva.

A fine giugno l’ateneo catanese è stato investito dallo scandalo giudiziario scatenato dall’indagine della Digos Università Bandita. L’inchiesta ha portato alla luce un presunto sistema di concorsi truccati e pilotati. E così il gip Cannella ha emesso la misura interdittiva nei confronti Francesco Basile, già rettore dell’Università di Catania, Giacomo Pignataro, past rettore, Giancarlo Giuseppe Barone, dipartimento di Scienze Politiche (in quiescenza), Michela Cavallaro, Dipartimento di Economia, Filippo Drago, Scienze Biomediche, Giovanni Gallo, Dipartimento di Matematica, Carmelo Monaco, Agraria, Roberto Pennisi, dipartimento di Giurisprudenza, Giuseppe Sessa, Presidente del coordinamento di Medicina. E così il gip ha revocato la sospensione. Gli indagati, in totale, sono 66. Senza considerare l’altro troncone che vede coinvolto l’ex sindaco di Catania Enzo Bianco e l’ex assessore Orazio Licandro.

La revoca dunque è stata emessa  “Anche in relazione al professor Barone – scrive il gip – il quale si trova in quiescenza, la recete nomina dei vertici dell’Ateneo ha senz’altro mutato radicalmente il clima dell’epoca dell’odierna indagine. Anche nei confronti del Prof Barone va pertanto revocata la misura interdittiva per mancanza – argomenta Cannella – di ogni residua esigenza cautelare”.

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