UNIONE DEI COMUNI IBLEIDE UN NAUFRAGIO CHE MORTIFICA I COMUNI MONTANI

 

Qualche anno fa è stata istituita l’Unione Ibleide tra Chiaramonte Gulfi, Monterosso Almo e Giarratana. Dopo un avvio tutto sommato di buon livello con diversi servizi attuati sui tre Comuni montani, ora la stasi più totale, a far data dal secondo semestre del 2012.

Una paralisi nell’azione amministrativa che è sotto gli occhi di tutti e che è emersa in tutta la sua consistenza in occasione dell’ultima riunione dell’Assemblea dell’Unione quando i sindaci hanno lasciato intendere che è meglio che l’Unione sia sciolta

 

Sarebbe un grave errore  e un danno non indifferente per i comuni aderenti, visto che, tra l’altro, essere costituiti in Unione dà vantaggi in termini di punteggi nella partecipazione a bandi per la presentazione di progetti che potrebbero valorizzare e sviluppare  il nostro territorio e a cui i sindaci dovrebbero puntare e lavorare, piuttosto che cimentarsi dietro inutili e sterili motivazioni di carattere politico. I tre comuni, infatti, appartengono al GAL NATIBLEI e potrebbero sviluppare tutta una serie di azioni comuni sfruttando le risorse disponibili del PSR.

 

            Allo stato attuale si mantiene in essere un struttura burocratica del tutto improduttiva, per la totale assenza di progettualità che i tre sindaci non riescono a sviluppare.

            Ci si attorciglia su banali problemi, ma non si riesce, anche per piccoli interessi di bottega, a pensare in che modo avviare servizi e produrre risparmi di scala.

            L’azione politica del Consiglio Direttivo dell’Unione, formato dai Sindaci Vito Fornaro per Chiaramonte Gulfi, Paolo Buscema per Monterosso Almo e Lino Giaquinta per Giarratana, non ha determinato un bel nulla.

            Più volte si è sentito dire da loro che mancano le risorse per avviare progetti importanti. Ma dimenticano che l’Unione è nata, in primo luogo, per armonizzare dei servizi, per unificare gli stessi, in modo tale da ottenere dei risparmi sulla gestione, oltre che renderli più efficienti.

 

            Questo non si fa per interessi di piccolo calibro e per non turbare equilibri interni ai singoli Comuni. E’ ovvio, visto lo stato dell’arte, che l’Unione Ibleide è improduttiva e costosa.

            Lo statuto dell’Unione prevede tutta una serie di servizi da unificare, ma rimangono solo sulla carta. E’ chiaro che così continuando non si giustifica in nessun modo la sopravvivenza dell’Unione Ibleide.

            Crediamo però che tale organismo serva e tanto al territorio montano ed è per questo che i Signori Sindaci devono darsi una mossa e agire  invece che consumare il tempo in discussioni improduttive.

 

            Solo se si supera questo empasse ha un senso guardare avanti. Se permane questo stato confusionale è del tutto evidente che anche in presenza di finanziamenti non si riuscirebbe a spendere le risorse per progetti veramente qualificanti e utili ai tre Comuni.

 

            Ciascun Sindaco ha il dovere di non mortificare il progetto che liberamente ci si è dati con l’Unione Ibleide: sviluppo del territorio attraverso servizi unificati e progetti armonici e utili alle collettività amministrate.   Ma se non si dialoga seriamente, se con si condividono risorse umane e aspirazioni tutto è inutile. Fornaro, Buscema e Giaquinta, se l’Unione fallisce, saranno additati come i tre sindaci che hanno mandato in aria un progetto importante. 

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