UNA STRADA TRA DUE ROTATORIE. UNA SPLENDIDA L’ALTRA UNA “CIUSA”

Questa è la storia di ciò che accade a Ragusa, in via Giorgio La Pira (che Dio l’abbia sempre in gloria, chè oggi uno come il santuomo pozzallese servirebbe e come a far capire ad alcuni che la politica è sempre e solo servizio e non raggiungimento di una posizione sociale, economica e soprattutto di potere. Speriamo Mario Monti sia se non un santo quantomeno un buon padre di famiglia con alto il senso dello Stato e del bene comune).

È la strada che – molto lunga e per lunghi tratti in forte pendenza – unisce due quartieri della città nuova: il quartiere di Viale Napoleone Colajanni, attraversando Viale dei Platani, e il quartiere di Pianetti fino alla rotatoria di via Ettore Fieramosca. A noi interessa raccontare quanto avviene nel tratto della via La Pira compreso tra il Viale dei Platani e la via Forlanini. Quel tratto della via La Pira è particolarissimo, perché la strada si presenta con una doppia corsia a scendere ed una a salire, separate da una lunga aiuola nella quale sono state piantate siepi e alberi di magnolia ed è, proprio quel tratto, compreso tra la rotatoria di viale dei Platani e quell’altra rotatoria di via Forlanini. La larghezza dell’arteria, in quel tratto, non è giustificata se non dalla presenza di un enorme, diciamo un iper, mercato. Nulla di strano, si dirà, nella “città delle rotatorie” (un giorno bisognerà pure scriverlo un saggio antro-sociologico su Nello Dipasquale e Michele Tasca rotocostruttori). E infatti non c’è proprio nulla di strano, se non il fatto che una delle due rotatorie, quella all’incrocio col Viale dei Platani, è un esempio di perfetto ordine e pulizia, con piante sempre floride, con un vero e proprio colpo d’occhio, sempre gradevole. L’altra rotatoria, la gemella più a NordOvest, è un ammasso di erbacce, un paio di stentati alberelli parrebbero di olivo, ed una lapide piastrellata che nessuno ha mai guardato con attenzione (e non per mancanza di rispetto alla lapide, ma proprio perché in quel punto si passa sempre e solo in macchina o moto, e si è oltretutto al centro del raggio della grande rotatoria, insomma, non ci si può fermare).

Come può accadere tutto ciò? Semplice: la prima delle due rotatorie è curata – gratuitamente – da un ditta privata che in tal maniera si fa pubblicità (una ottima reclame, aggiungo io); l’altra rotatoria è invece affidata al Comune (per avere una idea di quanto si sta scrivendo, oltre alle foto che proponiamo, è utile osservare la zona dall’alto di Google Earth). Ora, non potendo pretendere (siamo troppo rassegnati per farlo) che i tecnici comunali si diano da fare per rimettere le cose a posto (se non a pari coi colleghi privati, ma la crisi economica degli enti locali è tale che non si può, oggettivamente, pretendere che si faccia quanto riescono a fare i privati), si potrebbe quantomeno chiedere al Comune di contattare la stessa ditta (o anche altre) perché si occupi anche della sorella sfortunata? La nostra è solo una segnalazione, non certo una cazziata, ci mancherebbe (ma quella vicenda della partita stracittadina di rugby tra Audax e Padua giocata al Petrulli perchè il “Selvaggio” è “del” Ragusa Calcio la gran cazziatona a Ciccio Barone e compagni la giustificherebbe eccome. E forse ci torneremo).

 

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