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Una nuova paura: sentiamo gli aerei e ci preoccupiamo
26 Giu 2025 08:54
La rubrica dello psicologo, a cura di Cesare Ammendola
Ansia col naso all’insù. Trepidazione degli sguardi al cielo. Ho raccolto anche per lavoro innumerevoli testimonianze e confidenze che sembrerebbero declinare a tratti e in alcuni fra noi una nuova “nevrosi”.
“Sento quasi ogni giorno sfrecciare bassi gli aerei sulle nostre teste. A volte ho un po’ di angoscia. E faccio brutti pensieri. È normale, dottore?”
Ebbene. È fisiologico. Persino sano. Dobbiamo tuttavia esercitare un contenimento e un controllo, rimanendo lucidi. Se la paura ha un qualche fondamento, se l’apprensione riflette uno sfondo plausibile, se la preoccupazione rispetta l’esame di realtà, certamente la nostra reazione non è anomala.
Proviamo a mantenere calma e sangue freddo. Le domande non ci vengono in soccorso. Allarmismi a parte, infatti alla luce delle minacce propalate anche sui media e della presenza reale di Sigonella e Muos, verosimilmente la Sicilia può diventare un bersaglio (e una base per operazioni belliche internazionali)? È realistico pensarlo e sano preoccuparsene? Ci basta sapere che il Governo regionale e nazionale hanno tutto l’interesse di difendere l’incolumità dei siciliani e di garantire la pace almeno qui?
Sono interrogativi ansiogeni, ma logici ad un tempo.
L’attacco scagliato dagli USA contro siti nucleari iraniani ha già incendiato tensioni e il rischio concreto di rappresaglie, ritorsioni e di un’escalation militare. In ragione del loro ruolo nevralgico e centrale, le basi militari statunitensi in Sicilia, Sigonella e il Muos di Niscemi, sono inevitabilmente giudicati obiettivi sensibili in caso di risposte e ritorsioni da parte dell’Iran. Per adesso svolgono un’attività di vigilanza del “nemico” tramite l’impiego di droni e parabole.
Non abbiamo notizie ufficiali e informazioni fondate e attendibili sulla partenza di aerei dalla Sicilia. Nemmeno su missioni operative nello spazio aereo di aree delicate (Israele, Libano, Striscia di Gaza).
Alcuni definiscono Sigonella “la portaerei del Mediterraneo”. La Sicilia, così esposta, può diventare uno dei fronti di un conflitto nostro malgrado? I cieli dell’isola sono stati già teatro di operazioni militari di aerei partiti dalla base di Catania per missioni d’indagine e controllo nell’area mediorientale?
Non ci rassicurano le ultime notizie dal Medio Oriente: dopo giorni di reciproci attacchi, era stato annunciato una tregua tra Iran e Israele. Nondimeno, le violazioni del cessate il fuoco sarebbero state fatte già da entrambe le parti, confermando l’imprevedibilità e l’anarchia delle azioni. L’Iran ha promesso risposte alla “provocazione” degli Stati Uniti. Nel cuore frenetico di questo caos incandescente, il pericolo che la Sicilia, in quanto supporto logistico e operativo della guerra, venga trascinata in uno scenario bellico è reale? Nel dubbio, è giusto sentirsi minacciati?
Appunto, senza allarmismi, più forti di qualsiasi terrorismo psicologico, dobbiamo rimanere saldi e razionali per noi e per i nostri cari e per i nostri figli. Presto, più placidamente e romanticamente, riusciremo a sollevare di nuovo lo sguardo per cercare solo le stelle.
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