“UNA CROCIATA CONTRO I POSTI RISERVATI ALLE AUTORITA’”

“Il titolo di questo saggio potrebbe fare pensare ad un insperato e banale appello lanciato dal solito  mentecatto idealista,animato da ancestrale fede populista. Questo concetto ideologico contro il privilegio immotivato e contro natura e’ stato superato già da tempo e non suscita alcun interesse nella cultura del nostro tempo,fondata su una tecnologia superiore,che ha prodotto beni consumistici e ricchezze di ogni specie,con stili di vita  aristocratici quasi da “Ancien Regime”, sgretolando e demolendo la piramide dei principi e dei valori tradizionali che tanta linfa davano alla qualità morale dell’uomo.

Questa realtà pertanto ha consolidato in modo definitivo la struttura delle classi sociali differenziate,sia sul piano economico,che, fatto ancora più grave,sotto il profilo culturale e comportamentale”. Questo l’incipit del saggio socio-politico di Fausto Nicolini, che si autodefinisce libero pensatore ed estraneo alla cultura partitica. Un libro che inizia la sua analisi dalle parole dei rivoluzionari francesi Robespierre e Danton  “Non più classi da questa notte, solo Francesi. Non più province, ma solo Francia!Viva la Francia!”. La storia dei sistemi politici ci viene presenta come un “eterno conflitto ed una contraddizione tra classi elevate e ceti abbienti da una parte e classi infime ed indigenti dall’altra… Il genere umano, nonostante la secolare incombenza dei principi universali e spirituali invocati dalle religioni di ogni parte del mondo,tendenti a predicare l’uguaglianza e la fratellanza tra gli uomini,ha sempre dimostrato di adattarsi invece ad una realtà fondata sulla disuguaglianza”.

Un opera che si articola di dieci capitoli scritti con uno stile piano e molto accessibile a chiunque, del resto è facilmente riscontrabile il suo favore nei confronti della persona semplice e comune ad esempio nel capitolo decimo che definisce “più emblematico”, bacchetta i circoli esclusivi e le manifestazioni culturali. “Sono ormai tanti anni che le prime file dei teatri grandi e piccoli, o delle cerimonie pubbliche per la commemorazione dei caduti in guerra, o delle “fatidiche feste della polizia o dei carabinieri” sono occupate da “Primi cittadini bardati di fascia tricolore (di cui molti non sono degni, perchè incolti e socialmente inetti) e da un codazzo di cinquanta personaggi investiti di non so cosa, la cui massima aspirazione è quella di apparire e farsi inquadrare dai flash televisivi di  emittenti locali,nella maggior parte dei casi, culturalmente grossolane,in quella posizione di presunto privilegio. 

E  il popolo? Dove sta il popolo in questo frangente?Io lo chiamerei alla maniera degli Enciclopedistes  “Diderot e Dalembert” “il terzo stato”. No , non c’è posto nelle prime file per la gente comune,anche se più colta  di loro  e con il palato raffinato. L’uomo della strada è destinato a seguire queste manifestazioni sociali,dietro le transenne, se c’è posto, in differita non in diretta. Sembra proprio che sia una disposizione che scaturisce da un comandamento divino. La verità più profonda ed esaltante di questo degradante fenomeno trova riscontro in una fantastica e significativa frase che il grande John Lennon rivolse al numerosissimo pubblico accorso a teatro,per una esibizione dei suoi “Beatles”. Alla fine dello spettacolo,dopo la grande ovazione di applauso e l’ entusiasmo suscitato, egli disse testualmente: Solo quelli che occupano le ultime file in fondo possono applaudire battendo le mani,per quanti  invece sono collocati nelle prime file, le signore facciano tintinnare i loro gioielli…Meditate gente, meditate…”

L’intento dell’autore è quello di scuotere le coscienze come lui stesso precisa. “Non sarà certo un capolavoro letterario, ma credo e spero che  sia un trattato talmente chiaro ed eloquente da sensibilizzare e fare riflettere quanti mi onoreranno di leggerlo”. Da parte nostra non ci resta che augurargli il meglio e invitare tutti voi a leggere le sue parole. (Elisa Montagno)

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