Un tavolo di crisi regionale in aiuto dell’agricoltura siciliana

Caldo siccitoso, piogge torrenziali ed incendi nelle campagne hanno messo in ginocchio il settore agricolo siciliano colpendo irrimediabilmente le produzioni di ortofrutta e di uva, da tavola e da vino, non dimenticando la caduta di olive dagli alberi che comprometterà la produzione di olio. Ingenti i danni. Indifferibile il soccorso dei governi nazionale e regionale con l’attivazione dello stato di emergenza ed un piano di intervento capace di ristorare un settore in ginocchio da anni.

L’appello di Confagricoltura.

“Le alte temperature hanno bruciato il fogliame e stanno provocando il disseccamento delle piante compromettendo il raccolto con picchi di oltre il 50%. Danni irreversibili che si ripercuoteranno nelle future campagne di produzione – sottolinea l’associazione di categoria – anche il settore florovivaistico e quello cerealicolo-zootecnico hanno avuto ripercussioni negative dovute al maltempo con piogge persistenti seguite da ondate di siccità con temperature ben oltre i 40 gradi e con produzione ridotta. Questa situazione ha comportato uno stato di sofferenza delle aziende che hanno sostenuto dei costi elevati a fronte di mancati redditi o addirittura di reddito nullo”.

Un tavolo di crisi per interventi ristoratori.

“Stato di emergenza regionale e di calamità nazionale con contestuale richiesta di piena operatività da parte della Regione Siciliana all’Osservatorio Regionale sui cambiamenti climatici – chiede Confagricoltura Sicilia – ricognizione dei danni subiti ed attivazione delle misure legislative ed i fondi per il ristoro dei danni; confronto con il mondo assicurativo al fine di garantire maggiori tutele alle imprese; accelerazione delle pratiche per le stime dei danni subiti attivando immediatamente gli uffici e gli organi di competenza per le segnalazioni; prestiti di ristrutturazione e consolidamento dei debiti per ricondurli entro un limite di sopportabilità nell’ambito della redditività aziendale e proroga delle rate dei finanziamenti prevedendo una sospensione per almeno 12 mesi”.

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