UN MINUTO DI SILENZIO PER LA MORTE DELLA DEMOCRAZIA

La provincia di Ragusa aspetta la nomina del commissario straordinario da parte del governo regionale, unico caso nella nazione. Mentre nel resto delle amministrazioni provinciali in scadenza il ruolo del commissario verrà affidato ai presidenti uscenti, per garantire la continuità istituzionale, a Ragusa arriverà un “emissario” del Governatore Lombardo. Questa la premessa del presidente del consiglio provinciale, Giovanni Occhipinti, che motiva il minuto di silenzio per la morte della democrazia al quale hanno aderito la maggioranza dei consiglieri presenti. Quattro ad uscire dall’aula, tra i quali, indignato, il rappresentante dell’Mpa Paolo Roccuzzo, il quale aveva cercato di intervenire.

“Quanto appena verificatosi – commenta Roccuzzo al rientro in aula – è vergognoso. Mi è stato impedito di parlare prima del minuto di silenzio, probabilmente perché le mie opinioni sono notoriamente discordanti. Oggi voi parlate di democrazia – conclude il consigliere Mpa rivolgendosi al presidente Occhipinti – ma la negate quando questa non vi torna utile. Ho dovuto assistere ad un atto politicamente squallido”.

Per solidarietà nei confronti del consigliere Roccuzzo, anche Bartolo Ficili, Udc, è uscito da “quell’aula dove è stato negato il confronto democratico”. Fuori anche Ignazio Nicosia, PdL, poiché favorevole all’abolizione delle province.

Un distinguo arriva da parte del consigliere Marco Dimartino, Fed, il quale, seppur contrario al commissariamento, nel corso del suo intervento ha motivato l’uscita dall’aula ritenendo l’idea di democrazia rappresentata dalla maggioranza consiliare non condivisibile.

Il punto all’ordine del giorno, ovvero l’approvazione del conto consuntivo per l’anno 2011, viene quindi affrontato dopo una breve sospensione per una verifica di maggioranza. 

Dai molti interventi emerge “l’assoluto diniego del gruppo Pd – come afferma il consigliere Venerina Padua – verso l’approvazione di un atto che non fa che confermare una gestione politica poco oculata dell’amministrazione Antoci”. “A fronte di spese correnti elevate – continua Angela Barone – non è stato impiegato neanche un euro in investimenti utili alla collettività. Molti i settori dell’ente nei quali le spese per servizi esterni superano di gran lunga le cifre del bilancio di previsione. Esempio più eclatante il settore della cultura che rispetto un bilancio di due milioni di euro si allarga di altri 800mila. Surplus di spesa anche per il settore delle politiche europee, 100.000 euro in più, e politiche giovanili, che ha speso in più ben 200.000 euro. Tutto ciò – conclude Barone – a discapito della viabilità, della sicurezza nelle scuole o dei fondi destinati alla polizia provinciale”. Voto contrario anche del consigliere Ignazio Nicosia e del consigliere Dimartino.

Astenuto Silvio Galizia, capogruppo PdL, il quale denuncia la mancata possibilità ad una partecipazione attiva alla fase di programmazione degli atti sostenuti dall’ente. “L’unico assessore a coinvolgere noi consiglieri nelle sue decisioni – afferma Galizia – è stato Salvatore Moltisanti, nel corso suo brevissimo mandato. Avremmo potuto dimostrare con i numeri e i fatti la validità dell’amministrazione provinciale ma devo constatare che ciò non è stato fatto. Questo – conclude il capogruppo PdL – mi costringe a distinguere la mia attività politica da quella di questa maggioranza”.

Prima del voto alcuni consiglieri lasciano l’aula, come il capogruppo Udc, Ficili, decidendo di fatto di non partecipare all’approvazione dell’atto conclusivo dell’amministrazione Antoci che raccoglie il voto favorevole di soli 11 consiglieri.

 

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