Un centro di aggregazione per i residenti di Modica Alta. Potrebbe diventare un edificio dell’Iacp

Sopralluogo oggi con i vertici dell’Istituto autonomo case popolari di Ragusa ed amministratori del Comune di Modica con il sindaco Maria Monisteri in testa. L’idea che hanno a palazzo San Domenico è di fare dell’immobile di via Botte di proprietà dell’Iacp una “costola” di palazzo San Domenico destinandolo a luogo di studio, di ascolto per amministratori e residenti di Modica Alta. Un servizio che, al momento, manca ed al quale in molti guardano con interesse e speranza.

Un incontro ed un sopralluogo interlocutorio al momento.

Intanto le basi si sono gettate. Se da Ragusa è scesa una folta delegazione dell’Iacp significa che le intenzioni ci sono e che il progetto non è peregrino. Certo tra il dire ed il fare c’è tanta strada. Intanto si parte. “Si è trattato di una prima visita e di una prima presa visione dello stato dell’immobile – dichiara il sindaco – Se ci sono le condizioni per mettere nero su bianco e dare seguito all’accordo con l’Istituto autonomo delle case popolari, pensiamo ad un utilizzo dell’immobile per crearne un centro di aggregazione a servizio dei residenti, coinvolgendo nelle scelte sul suo uso quanti qui vivono”.

Valutate con i vertici dell’Iacp le condizioni dell’immobile.

“Sono state viste le condizioni strutturali, quanto è stato fatto fino ad oggi nell’immobile – spiega il vicesindaco, Giorgio Belluardo – e ciò che c’è ancora da fare, in modo da avere le idee chiare sull’eventuale impegno economico che il comune di Modica dovrà affrontare, per renderlo pienamente fruibile. Le condizioni per proseguire nel percorso ci sono tutte”. E già l’assessore alle politiche sociali, Chiara Facello immagina “uno spazio nel cuore di Modica Alta per farne un simbolo di ripartenza – afferma – nell’immobile di via Botta vi sono locali che possono essere pensati come laboratorio per le attività creative, aula studio, co-working e stanze nelle quali i giovani, e non solo, potranno svolgere le loro attività culturali. Spazio anche per la musica”.

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