“U MARI SI PO’ SPUTTUSIARI”. LUIGI AMMATUNA ED I CINQUE CONSIGLIERI SEL CAMBIANO OPINIONE

Il sindaco Luigi Ammatuna, non se la sente di aderire all’appello di Greenpeace per dire no al progetto di un secondo pozzo da insediare accanto al Pozzo Vega, a poche miglia da Pozzallo. Pertanto, con nota indirizzata all’Associazione ambientalista, il primo cittadino della città della Torre fa presente:”Abbiamo avviato in città un confronto che, a fronte dei sostenitori della tutela dell’ecosistema marino e delle economie che da esso dipendono, si sta alimentando con le opinioni e i convincimenti di singoli cittadini, di associazioni e sodalizi che sottolineano la consolidata sicurezza degli impianti che, da anni, operano senza particolari e significativi eventi negativi e nocivi per l’ecosistema marino.

Inoltre, da più parti, si è fatto notare che l’eventuale e auspicabile insediamento di una base off-shore a Pozzallo potrebbe innescare un meccanismo virtuoso in termini economici e occupazionali, molto considerati dalla pubblica opinione, specialmente in questi nostri tempi di crisi, che, a Pozzallo, sono in qualche modo contenuti con l’impiego nelle attività legate al mare. Pertanto, alla luce di tutte queste considerazioni, non ci sentiamo di aderire all’appello di Greenpeace, pur considerando e rispettando le perplessità espresse con la richiesta di protezione ecologica anche per il Canale di Sicilia, le quali trovano la loro legittimità democratica nell’adesione di qualche altro sindaco che ha già espresso il suo parere”.

Fuori dal politichese, il sindaco di Pozzallo, rispetto a quanto dichiarato prima, fa marcia indietro. Nel senso che, sentita la città, si è convinto che  ora “u mari si può sputtusiari”. E questo, dal punto di vista della onestà intellettuale, fa onore a lui e, soprattutto, ai cinque consiglieri comunali di maggioranza, presidente del Consiglio compreso, ecologisti  del partito di Niki Vendola i quali, a quanto pare, nel caso del secondo pozzo da realizzare a due passi da Pozzallo, sarebbero disposti, nell’interesse generale e in barba a quanto predicato a livello nazionale dal partito di appartenenza, ad assumere bonariamente posizione altra e diversa.

 

 

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