La gestione del personale psicologico nelle Aziende Sanitarie Provinciali di Ragusa e della Sicilia è al centro di un acceso dibattito dopo la pubblicazione del primo report dell’Ordine degli Psicologi della Regione Siciliana, presentato all’Assessorato regionale alla Salute. Il documento ricostruisce le procedure di reclutamento dei dirigenti psicologi negli ultimi quindici anni, rivelando un quadro […]
TUTTA LA SICILIA CHIAMATA AD ESSERE CROCEVIA DI POPOLI E FARO DI PACE
01 Lug 2013 20:47
Sapevamo già dal 21 giugno che il papa era stato visitato Lampedusa: l’aveva comunicato don Franco Montenegro, arcivescovo di Agrigento, durante l’incontro dei direttori Caritas della Sicilia. E sappiamo che il papa viene per onorare la memoria di tanti migranti morti nel nostro Mare Mediterraneo e lanciare un appello per l’accoglienza e la pace.
. Dobbiamo aggiungere che ci siamo preparati, senza saperlo, a questo momento quando il 5 aprile scorso, come Caritas diocesana, abbiamo chiesto a don Franco Montenegro di essere tra di noi a Modica per aiutarci a cogliere nell’immigrazione un segno dei tempi che ci converte e ci spinge avanti nel cammino verso un’umanità fraterna e giusta. Tra l’altro, l’arcivescovo di Agrigento – in una Domus S. Petri strapiena di gente – sottolineò come «Lampedusa, l’isola degli sbarchi, è simbolo della nostra ambivalenza: la sua gente (in certi momenti 5000 abitanti dell’isola a fronte di 7000 immigrati) è stata – come dice il nome dell’isola – “faro” per la sua capacità di accogliere, ma la modalità con cui si sono gestite le cose la fanno diventare “scoglio”, pietra di scandalo che ricorda come gli immigrati sono poveri che generiamo con il nostro mondo ingiusto e che però non vogliamo riconoscere come parte di noi stessi».
Lampedusa diventa ancor più, con la visita di papa Francesco, una cifra di lettura del nostro tempo e un invito alla conversione. «Che inizia – ebbe a dire ancora don Franco a Modica– se leggiamo la presenza degli immigrati e ci rendiamo conto di cosa significa. E diventa, grazie a passi concreti e corali, cammino verso una meta che ci immette nella pienezza dell’umanità: l’integrazione, e non la semplice tolleranza! Passando per uno sguardo bioculare: uno, per accogliere, condividere, far sedere a mensa; l’altro, per chiamare le istituzioni alla loro responsabilità, per non lasciare in pace chi ha il dovere di costruire giustizia e legalità vera. Arrivando a renderci conto, con Balducci (un grande testimone del secolo scorso) che non siamo la “misura” del mondo.
Accogliendo sogni e valori che mettono “insieme l’Assiro e l’Egiziano e rendono Israele testimone dell’agire grande di Dio!” Arrivando a renderci conto con Turoldo (altro testimone del secolo scorso) che una fede che non umanizza il mondo diventa inutile …». Così, con questa tensione a costruire percorsi di integrazione e con un affetto tutt’uno con la preghiera, accompagneremo spiritualmente papa Francesco nella sua visita a Lampedusa e, sul suo esempio, vorremmo sempre più onorare gli immigrati come fratelli portatori del peso di un mondo ingiusto ma anche del sogno di un mondo migliore, in sintonia con l’invito rivolto per l’occasione dall’arcivescovo di Agrigento: «La presenza del Vescovo di Roma a Lampedusa ci sosterrà nell’impegno affinché il Vangelo doni a tutti forza di libertà, di giustizia e di pace, mentre confermerà la comunità cristiana nell’ esercizio della carità e dell’ accoglienza.
I pochi giorni che ci separano dall’ evento storico, pertanto, siano valorizzati da tutte le comunità con un’intensa preparazione spirituale e un forte coinvolgimento ecclesiale per fare tesoro di questa inattesa e meravigliosa sorpresa».
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