“TRIVELLAZIONI PETROLIFERE: LO SGUARDO STRABICO DEL PRESIDENTE DI ASSINDUSTRIA RAGUSA”

“Se c’è un’associazione ambientalista aperta al dialogo, non ideologica, convinta che la crisi si supera con l’innovazione tecnologica nelle attività produttive, questa è Legambiente”. Questa la premessa del comunicato con il quale il circolo “Il carrubo” di Legambiente Ragusa risponde alla nota diramata dal presidente Assindustria Enzo Taverniti.

“Se c’è una associazione ambientalista che per prima ha cominciato a battere sull’utilizzo efficiente delle risorse, sulla riduzione dei rifiuti, sul recupero e sul riciclo, è Legambiente. Siamo convinti – continua il comunicato – che bisogna creare un solido settore manifatturiero, ma legato alla green economy, che secondo i dati Unioncamere creerà nei prossimi tre anni centomila posti di lavoro”.

Eppure, denuncia il circolo ibleo, intorno a queste tematiche appare essere in provincia un muro di gomma.

“Ogniqualvolta Legambiente interviene per proporre nuove politiche industriali in provincia, come per esempio la green economy, ecco il silenzio assordante di Assindustria, e non solo. Ogniqualvolta Legambiente interviene per difendere paesaggio e beni naturali, come l’acqua, dal pericolo delle trivellazioni, ecco puntuale l’intervento di Assindustria”. 

“Abbiamo più volte invitato le imprese locali ad accedere a finanziamenti per diverse centinaia di milioni di euro nel settore della green economy, ma nessuno o quasi ha partecipato ai bandi. Durante le riunioni al tavolo dello sviluppo e del lavoro presso la camera di commercio – afferma Legambiente – abbiamo proposto, consegnando bozza di bando di gara e di capitolato d’appalto, di affittare ad investitori non locali tutti i tetti dei capannoni della zona industriale per realizzare un grande impianto fotovoltaico che avrebbe utilizzato i pannelli prodotti a Ragusa, generando lavoro e risparmio alle imprese, ma ancora aspettiamo una risposta. Continuiamo a credere che la produzione di energia basata sugli idrocarburi, oltre ad essere una seria minaccia per l’ambiente, appartiene oramai al passato, e comunque per l’Italia è ben poca cosa. Secondo il Ministero dello Sviluppo economico le riserve stimate verrebbero consumate in soli 30 mesi, cioè in 2 anni e mezzo.

Con il petrolio che si suppone ci sia nel sottosuolo italiano, stando alle stime di Assomineraria, si prevedono circa 4 miliardi l’anno di risparmio nelle importazioni di greggio e la creazione di 34mila posti di lavoro. Ma secondo le stime della Commissione europea, una seria politica in linea con i recenti accordi internazionali sui cambiamenti climatici, consentirebbe all’Italia un risparmio annuo doppio (fino a 8,5 miliardi di euro), e produrrebbe diverse centinaia di migliaia di nuovi occupati. Senza dimenticare che in 3 anni di applicazione della detrazione del 55% per i lavori di risparmio energetico negli edifici sono stati investiti 11 miliardi di euro con la creazione di 150mila posti di lavoro.

C‘è ancora qualcuno disposto a credere che valga la pena di rischiare l’acqua dell’intero bacino idrologico dell’Irminio, comprensivo di pozzi, sorgenti ed asta fluviale con i suoi ecosistemi delicatissimi per qualche centinaia di migliaia di euro di royalties? Sono infatti le irrisorie royalties a richiamare in provincia di Ragusa piccole e piccolissime compagnie petrolifere. In Italia si paga oggi il 7%, percentuale che fa sorridere rispetto a quelle praticate nel resto del mondo dove oscillano tra il 20% e l’80%.

L’incidente al pozzo Tresauro dello scorso anno che, secondo i più esperti geologi conoscitori del territorio ibleo ha inquinato la sorgente Paradiso e il laghetto di Cannitello sta lì a dimostrare che il nostro non è un pregiudizio, ma soltanto realismo. 

Siamo disponibili, come sempre, a dialogare con tutti sui temi dello sviluppo di questa provincia, dall’edilizia all’agricoltura dal turismo all’industria sempre nell’ottica della sostenibilità, ma saremo inflessibili – conclude il comunicato – nel difendere le nostre risorse naturali e paesaggistiche dalle aggressioni ed osteggiare con ogni mezzo legale qualsiasi buco nel sottosuolo alla ricerca del cosiddetto oro nero quando la nostra materia prima abbondante e inesauribile si chiama sole”. 

 

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