TRATTAMENTO TERRENI AGRICOLI NEL RAGUSANO

Rischia di diventare un vero e proprio salto nel vuoto l’esclusione di alcuni prodotti fitosanitari per il trattamento dei terreni agricoli nel Ragusano. L’allarme viene lanciato dal presidente di Confagricoltura Ragusa, Sandro Gambuzza. I fatti. Il Ministero della Salute, con un proprio decreto del 15 aprile scorso, ha autorizzato, per un periodo di 120 giorni, l’utilizzazione di alcuni prodotti per la disinfestazione dei terreni agricoli destinati alla sola produzione del tabacco. “Ci corre l’obbligo di evidenziare – sottolinea Gambuzza – che restano fuori da questa specifica deroga alcuni settori importanti della nostra economia agricola regionale e soprattutto iblea, come le coltivazioni protette, i vigneti e le colture ortive in pieno campo, private dell’unica possibilità attualmente esistente per la sterilizzazione dei suoli”. Senza entrare nel merito degli aspetti squisitamente scientifici del problema che si trascina ormai da diverso tempo, l’organizzazione degli imprenditori agricoli ragusani pone l’attenzione sul fatto che al divieto di utilizzare prodotti a base della sostanza attiva “1.3 dicloropropene” non è stata prevista alcuna forma di intervento alternativa ed economicamente praticabile. Per non parlare del fatto che il Ministero della salute incoraggia la produzione di tabacco (nonostante le campagne antifumo) e penalizza la produzione di ortaggi e vino. Insomma, dopo che il bromuro è stato messo giustamente al bando, in quanto rilasciava residui dannosi, adesso viene a mancare l’unico vero ed efficace modo di trattare i suoli rappresentato da alcuni fumiganti, che non rilasciavano alcun tipo di residuo.

“Ecco perché, come Confagricoltura Ragusa – chiarisce ancora Gambuzza – auspichiamo e sollecitiamo il deciso intervento del Ministro dell’Agricoltura Saverio Romano, siciliano e persona competente ed attenta ai problemi agricoli di tutte le aree del Paese, per ottenere, anche per le coltivazioni protette, i vigneti e le colture ortive in pieno campo, la deroga prevista dall’articolo 8, comma 3, del Decreto Legislativo 17 marzo 1995, n. 194, al fine di uscire da una situazione di stallo che rischia di indebolire un tessuto produttivo che per la nostra isola e per l’area iblea risulta estremamente importante. Nonostante, infatti, gli sforzi e gli investimenti delle nostre imprese agricole sul fronte della qualità, la loro presenza sui mercati nazionali ed europei viene ostacolata o con paletti di tipo sanitario, come in questo caso, o da balzelli sui costi di trasporto, come l’introduzione dei pedaggi autostradali che intervengono solo ed esclusivamente sulle regioni a più alto deficit infrastrutturale o da una burocrazia sempre più paralizzante e funzionale a se stessa”.

 

 

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