TRA IMU TASSE E CASTE E’ POLEMICA CONTINUA AL COMUNE DI POZZALLO

31 Ott 2012 16:11

Scintille al Consiglio comunale tra maggioranza e opposizione. Materia di scontro l’aliquota Imu. Nel corso della seduta, il civico consesso, con i voti dei consiglieri Gianluca Floridia (Sel), Giovanni Colombo (Sel) Rosa Galazzo (Sel), Francesco Gugliotta (Psi), Ninella Azzarelli (Psi), Santino Barrera (Psi), Roberto Rosa (Psi),  Marco Sudano (Pozzallo Giovane), Pietro Minardo (Pozzallo Giovane), Giorgio Giardina (Pozzallo Giovane), ha approvato l’aumento dell’Imu. 

Sei i consiglieri contrari: Salvatore Toscano(MpA), Vincenzo Asta (Cantiere Popolare), Ignazio Ruffino (Cantiere Popolare), Antonio Zocco (Città Comune), Giuseppe Asta (Idv), Fabio Aprile (Lista Roberto Ammatuna Sindaco).

Al momento della votazione i sei consiglieri per protesta si sono allontanati. Unico consigliere di opposizione rimasto in aula, Francesco Ammatuna (Pd), che, con la sua presenza, è stato determinante ai fini del mantenimento del numero legale. L’imposta per la seconda casa passa dunque dallo 0,76 allo 0,96, mentre per la prima casa l’aliquota subisce una diminuzione, dallo 0,4 allo 0,38.

“Un’offesa all’intelligenza dei cittadini – sbotta Salvatore Toscano – perché l’operazione di facciata non inganna nessuno. L’amministrazione presieduta da Luigi Ammatuna con la grave decisione assunta di aumentare le tasse, aldilà del parere negativo espresso dalla città, ha praticamente imboccato una strada ben diversa da quella propagandata in campagna elettorale con lo slogan populista“Per una Pozzallo migliore”. Sempre di grande attualità, inoltre,  le polemiche. Con un volantino dal titolo “Le tante caste di Pino Asta”,  Psi, Sel e Pozzallo Giovane, rispondono  per le rime al consigliere Pino Asta che, nei giorni scorsi, aveva contestato la nomina a presidente della 3^ Commissione del consigliere Psi Santino Barrera, ritenendo che, per competenza specifica, la nomina avrebbe dovuto essere conferita alla sua persona. “Le tante caste politiche – si legge – frequentate da Asta fin dai suoi primi vagiti politici quand’era vicinissimo all’on. Peppe Drago, gli hanno fatto dimenticare l’elementare principio di democrazia per il quale i ruoli istituzionali non sono prerogativa solo di tecnici competenti, ma di chiunque abbia ricevuto il mandato di rappresentante della città attraverso il voto. Pino Asta ha gettato la maschera, comportandosi da degno componente di quella casta che a parole e per convenienza ha contestato durante tutta la campagna elettorale per le elezioni regionali, non a caso ricevendo l’ennesima sonora batosta, per la quale consigliamo ad Asta di fare finalmente un bagno di umiltà”.