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Teatro dell’improvvisazione fra stupore e fascino. Con l’attrice Carmela Buffa Calleo si può
01 Giu 2025 09:37
Si và ad uno spettacolino scolastico e ci si trova ad assistere ad un momento teatrale in cui alunni e spettatori interagiscono nel pieno della improvvisazione. E’ stato sperimentato all’Istituto Comprensivo “Don Milani” di Scicli con l’attrice modicana Carmela Buffa Calleo che ha “curato” un progetto, nuovo per i tradizionalisti, di teatro dell’improvvisazione. Da questa attrice, cresciuta alla famosa scuola catanese di Turi Ferro, a dire il vero ci si può aspettare di tutto.
L’estate dello scorso anno, nella città di Montalbano, è stata protagonista assieme da alcuni attori amatoriali e musicisti del posto dell’evento “Serenate dal balcone”: un successo senza precedenti per una serata indimenticabile. Ed in questa ultima settimana di maggio la si è vista alla “Don Milani, ricoprire il ruolo di formatore, formatore di teatro naturalmente. La conclusione del progetto voluto dalla dirigente scolastica Carmela Paolino e dalla docente Teresa Savasta nello spazio ludico della scuola di Jungi. Dietro il filo trascinatore dell’attrice Carmela Buffa Calleo poco meno di venti alunni ed i genitori al di qua del palco in una forma di interazione diretta.
Non s’è visto nulla di preparato, nessun copione se non un comprovato ed inaspettato feeling nato in appena cinque giorni, con un progetto extracurriculare, fra l’attrice e gli alunni. Ed a sorpresa con i familiari di questi invitati ad assistere il finale del percorso.
Quasi a provare che l’arte, il teatro (e quello dell’improvvisazione in particolare) può essere il motore per fare trovare la giusta strada ai ragazzi di oggi. “Il teatro nella scuola non dovrebbe essere una materia di studio ma una materia di conoscenza. Quando dico che il teatro è la nostra ultima speranza, non scherzo – afferma Carmela Buffa Calleo – il teatro dovrebbe tornare alla sua funzione primigenia, quella di creare coscienza. Questo faceva il teatro, il teatro nasce così.
Per le nuove generazioni è un’ancora di salvezza; ci troviamo davanti bambini non abituati ad incontrarsi. Cosa che succede in maniera più drammatica alle Superiori. Il gruppetto con il quale ho lavorato è stato vivo. Credo che bisognerebbe fare attività. Non si può prescindere dalla passione verso i ragazzi perchè, fuori da ogni banalità, sono le future generazioni. Il compito di ciascuno? Dobbiamo indagare e lavorare, ricreare relazioni tra i ragazzi, tra i giovani, fra il maschile ed il femminile. L’improvvisazione credo sia una forma terapeutica da seguire perchè nell’improvvisazione siamo noi, è il corpo che parla e che interagisce.
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