“TAVOLA ROTONDA” CONTRO LA MAFIA

Sabato 29 gennaio dalle ore 17,00 presso Villa Margherita si terrà una vera e propria “tavola rotonda” , durante la quale si parlerà dei Rapporti Mafia- Stato, Mafia-Regione e la posizione di Lombardo a riguardo. Si occuperanno di esporre questi temi personaggi come Gioacchino Genchi, Antonio Condorelli e Angelo Dinatale.  Ad organizzarla sono la “Federazione della sinistra”, la “sinistra ecologica-libertà”, l’”Italia dei valori” e “il Clandestino”. La mafia oggi più che mai è molto “legata” alla politica. Ciò non può essere negato, infatti fin da quando è esistita, la mafia ha stipulato molti accordi con varie autorità politiche, accordi che consistevano in uno scambio di favori.

Ad esempio il mafioso, o meglio l’organizzazione permette ad un’autorità politico-giudiziaria di ottenere dei voti o addirittura una vittoria sicura in cambio che quest’ultima avesse ritardato o addirittura annullato un provvedimento antimafia. Un caso simile è accaduto per quanto riguarda l’organizzazione malavitosa di “Cosa Nostra”, caso che però si è concluso con l’uccisione di molte autorità politiche in quanto non erano stati rispettati da queste ultime gli accordi persi. Tuttavia non si può negare il fatto che tra la mafia e la politica, in parte ormai corrotta, vi era e vi è ancora oggi un rapporto “affaristico”. Inoltre la mafia non si limita, a compiere crimini, naturalmente mediante un’organizzazione, sul piano ad esempio di mercati illegali, furti, ma non come la mafia, che agisce da una parte in modo analogo, ma allo stesso tempo, ben diversamente. Infatti nonostante si tratti ancora di criminalità organizzata le differenze sono per certi versi vistose.

Basti pensare che la mafia non si limita esclusivamente ad opere criminali, ma tende inoltre ad acquisire un, se così si può dire “dominio”, diretto o indiretto, sul territorio in cui agisce. Per di più, la criminalità mafiosa non opera solo e soltanto all’interno della sua organizzazione, ma si serve della politica, o meglio delle autorità politiche al fine di compiere i suoi colpi più grossi. Concludendo questa “radiografia” della mafia non si può dimenticare che uno dei punti di forza di tutte le mafie è sicuramente la capacità di intimidire gli “avversari” mediante minacce, avversari che in tal modo diventano pedine della malavita organizzata che da quando esiste ha rappresentato uno dei mali più grandi della società.  

La mafia se così può essere definita, vera e propria è nata, si è sviluppata e tuttora risiede in Sicilia, dove detiene realmente una vera e propria supremazia. Infatti ha imposto le proprie leggi e le ha fatte sempre rispettare. Infatti possiamo ben dire che si è sostituita allo Stato, basta pensare alle tangenti, vere e proprie tasse sborsate dalle tasche delle nostre imprese. Essa nacque per molti studiosi nella Sicilia occidentale già nel periodo medioevale, quando il gabellotto, che subaffittava a terzi i terreni del padrone, in caso di liti o problemi giudiziari di altro genere, attuava una “giustizia privata”.

In questi fenomeni è già rispecchiata la figura se pur semplice del mafioso “che risolve i problemi del clan nel clan”. Ma la mafia non si è sviluppata esclusivamente in Italia, ma si è estesa in tutto il mondo e persino negli U.S.A. seguendo le orme della malavita siciliana. Infatti a seguito delle migrazioni verso l’America nei primi decenni del ‘900 fu “esportata” anche la criminalità mafiosa.

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